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Controllori anti-covid sui mezzi pubblici, dubbi sull’attuazione a Milano

Sono tanti i dubbi sul ritorno dei controllori anti-covid sui mezzi pubblici a Milano: "Monitorare tutte le fermate sarebbe impossibile"

controllori covid

Dal 1 settembre, in tema green pass, ci saranno diverse novità. Con il ritorno al lavoro dopo le vacanze, i mezzi pubblici tornano a riempirsi, e da giorni si parla dell’introduzione dei controllori anti-covid, per far rispettare le regole di distanziamento e l’utilizzo della mascherina. I dubbi, però, sono molti.

Il ritorno dei controllori anti-covid, tanti dubbi

“Bella idea, ma di difficilissima attuazione“. Così Claudia Terzi, assessora regionale ai Trasporti, esprime la sua perplessità sull’introduzione dei controllori anti-covid sui mezzi milanesi. In primis, secondo il segretario milanese della Filt Cgil Angelo Piccirillo, manca il personale: “Finalmente la politica si accorge del problema dei controlli, ma con gli organici attuali la proposta non è attuabile” spiega. La questione dei numeri fa preoccupare i sindacati: “Il problema dei controlli esiste ed è molto concreto: lo abbiamo sollevato da quando sono state introdotte le norme sul distanziamento sostenendo che non potessero essere gli autisti a occuparsene -spiega Piccirillo a Repubblica-. Finora non c’era mai stata una risposta e il fatto che il governo si ponga il tema è positivo. Ma le aziende non hanno il personale necessario. Questa proposta ha senso se diventa strutturale e in questo caso chiedere di far partire i controlli adesso sarebbe una presa in giro perché non è attuabile. Se invece si fa random come avviene per i controlli dei biglietti allora non cambierebbe niente”.

I controllori anti-covid sarebbero comunque troppo pochi

La difficoltà, per il viceministro alle Infrastrutture, Alessandro Morelli, è anche legata alla sicurezza: “Siamo sicuri che controllori e agenti di stazione saranno in grado di garantire il rispetto delle regole anche sulle linee difficili delle grandi città?”. La situazione a Milano, infatti, è complicata: Atm ha 130 controllori che, ad aprile, erano stati affiancati da un centinaio di addetti per indirizzare i flussi di persone nelle stazioni più affollate. Anche assumendoli, però, diventa impossibile coprire la mole di mezzi -circa 1200- che viaggiano in superficie oltre alle 113 fermate del metrò.

Controllori anti-covid anche sui treni: “Monitorare tutte le fermate è impossibile”

La situazione sui treni è pure peggiore: i capitreno (ovvero i controllori) sono 1.150; a cui si aggiungeranno entro novembre 150 addetti di Trenord per assistenza e controllo,n insieme ai presidi fissi nelle stazioni più affollate. Ma la situazione resta la stessa per l’assessora Terzi. “Monitorare tutte le fermate sarebbe impossibile: c’è una questione di numeri e di copertura finanziaria da affrontare. Già oggi, i nostri controllori invitano a rispettare l’uso della mascherina ma nessuno se non le forze dell’ordine può intervenire -commenta l’assessora-. Dobbiamo capire quali sarebbero le capacità effettive di questi steward, contando che le aggressioni verbali e anche fisiche al personale viaggiante sono cresciute”. Da tenere in conto, quindi, anche la questione sicurezza. “Un sistema così stressato come quello della Lombardia ha già adesso tempi strettissimi: fare controlli prima, durante e dopo le fermate avrebbe forti ripercussioni sugli orari e ci costringerebbe a una riprogrammazione” conclude la Terzi.

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