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Nuova assoluzione per militanti di estrema destra a Milano

La Corte d'Appello di Milano assolve nuovamente gli imputati per il saluto romano.

Nuova assoluzione per militanti di estrema destra a Milano

La Corte d’Appello di Milano ha emesso una sentenza che ha sollevato nuovamente polemiche riguardo al saluto romano e al rito del presente, pratiche associate a commemorazioni di figure legate all’estrema destra. Gli otto imputati, già assolti in primo grado nel 2020, sono stati dichiarati non colpevoli per il fatto che non sussiste, chiudendo così un lungo iter giudiziario che ha visto il caso arrivare fino al quarto grado di giudizio.

Il contesto del processo

Il processo ha avuto inizio nel 2020, quando i militanti furono denunciati per aver eseguito il saluto romano durante una commemorazione di Sergio Ramelli. Inizialmente, la sentenza di assoluzione sembrava mettere fine alla questione, ma in appello, nel 2022, la situazione si era complicata con una condanna a due mesi di reclusione e una multa di 200 euro per violazione della legge Mancino. Tuttavia, la Cassazione ha successivamente chiarito che non esisteva pericolo di ricostituzione del partito nazionale fascista, riqualificando il reato come violazione della legge Scelba, che tratta l’apologia di fascismo.

Le reazioni degli imputati e dei sostenitori

In una nota congiunta, i gruppi di estrema destra come CasaPound, Lealtà-Azione e Rete dei Patrioti hanno espresso soddisfazione per l’assoluzione, sottolineando che le polemiche attorno al saluto romano si risolvono sempre con una vittoria in tribunale. Tra gli imputati figurano nomi noti come Stefano del Miglio e Duilio Canu, attivi in Forza Nuova. I militanti hanno dichiarato che, indipendentemente dall’esito del processo, continueranno a commemorare i giovani uccisi, mantenendo vivo il loro ricordo.

Implicazioni legali e politiche

Questa sentenza riaccende il dibattito sulle leggi italiane riguardanti l’apologia del fascismo e il saluto romano. La legge Mancino, che punisce la discriminazione e l’istigazione all’odio razziale, è spesso al centro di controversie legali quando si tratta di espressioni legate all’estrema destra. La decisione della Corte d’Appello di Milano potrebbe avere ripercussioni significative su futuri casi simili, sollevando interrogativi sulla libertà di espressione e sui limiti della commemorazione storica.

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