Silvia Sardone denuncia la presenza di un centro islamico non autorizzato in via Paruta.

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La situazione delle moschee a Milano
Negli ultimi anni, Milano ha visto un aumento significativo del numero di centri di preghiera islamici, suscitando preoccupazioni tra i residenti e le autorità locali. La recente denuncia di Silvia Sardone, eurodeputata della Lega, ha riportato l’attenzione su un caso specifico in via Paruta, dove si sospetta la presenza di un’altra moschea abusiva. Questo episodio si inserisce in un contesto più ampio di tensioni legate all’integrazione culturale e religiosa nella città.
Il caso di via Paruta 62
Secondo quanto riportato, i residenti della zona hanno notato lavori in corso all’interno di un capannone situato in via Paruta 62. Tuttavia, non è stato affisso alcun cartello d’inizio lavori, il che solleva interrogativi sulla legalità delle operazioni in corso. Sardone ha sottolineato che questo potrebbe essere l’ennesimo abuso, simile a quanto accaduto in via Gianicolo, dove i lavori per una moschea sono stati bloccati. La mancanza di trasparenza e di autorizzazioni ufficiali è un tema ricorrente nelle segnalazioni dei cittadini.
Il rischio di un ghetto islamico
La consigliera comunale ha evidenziato che, se confermata, la presenza di un nuovo centro islamico rappresenterebbe un ulteriore passo verso la creazione di un ghetto islamico nella zona. Attualmente, ci sono già tre centri di preghiera islamici nelle vicinanze: la Casa della cultura islamica di via Padova 144, la Moschea Mariam di via Padova 366 e la futura moschea di via Esterle. Sardone ha espresso preoccupazione per il fatto che la zona stia diventando un punto di riferimento per la comunità islamica, con il rischio di una crescente islamizzazione e di conseguenti problemi sociali e di sicurezza.
Le reazioni della comunità e delle autorità
La denuncia di Sardone ha suscitato reazioni contrastanti tra i residenti e le autorità locali. Mentre alcuni cittadini esprimono preoccupazione per la situazione, altri sostengono il diritto alla libertà di culto e all’integrazione delle diverse comunità. Le autorità comunali sono chiamate a intervenire per garantire che tutte le attività religiose siano svolte nel rispetto delle normative vigenti. La questione delle moschee abusive è diventata un tema caldo nel dibattito pubblico, con richieste di maggiore controllo e trasparenza da parte delle istituzioni.