Malagò: "Ridursi a rincorrere fa parte della nostra storia"
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Nella mattinata di mercoledì 27 luglio il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha incontrato al Pirellone il governatore lombardo Attilio Fontana, il sottosegretario con delega ai grandi eventi sportivi, Antonio Rossi, e gli esponenti della Fondazione Milano Cortina 2026.
Olimpiadi Milano, opere in ritardo. Malagò: “Cambi di governo non aiutano”
Le opere per le Olimpiadi di Milano sono già in ritardo. Malagò lancia l’allarme “Fa parte della nostra storia ridursi a rincorrere“. E sottolinea: “Il ritardo sulle opere connesse nasce dal tempo perso per allestire agenzie infrastrutture, e non aiuta il fatto che ogni anno cambiano governi”. Ma non è una cosa che riguarda lo sport: il comitato organizzatore deve occuparsi solo dell’organizzazione dei Giochi Olimpici e Paralimpici. Il numero uno del comitato olimpico italiano prosegue: “C’è un’altra struttura pubblica che deve seguire al meglionei tempi previsti e nel minor tempo possibile delle opere che sono molto poche quelle indispensabili e qualcun’altra considerata essenziale e propedeutica, come la parte viaria e stradale“.
Olimpiadi Milano, opere in ritardo: secondo Fontana e Sala è tutto sotto controllo
Il presidente lombardo definisce l’incontro utile e proficuo. Secondo Fontana tutto procede come da programma: “Stiamo aspettando questo cronoprogramma. Non ci sono ritardi, vogliamo cercare di capire i tempi entro i quali le opere verranno consegnate. Il commissario ci ha dato la garanzia che si dovrebbe arrivare a compimento di tutto”.
Anche il sindaco di Milano, Beppe Sala, sembra tranquillo: “Non siamo preoccupati dei ritardi per le Olimpiadi perché mi pare che nei giudizi in Tribunale le cose siano andate come speravamo“.
Olimpiadi Milano, opere in ritardo: la centralità del Governo
All’appuntamento si è discusso anche dell’ingresso del governo nella Fondazione creata per le Olimpiadi. Malagò sottolinea: “Governo nella Fondazione olimpica? Era anomalo che non ci fosse”. Il presidente del Coni afferma che, in merito ai visti degli atleti che arrivano da Paesi non considerati amici, il governo aveva già dato tutti gli appoggi fideiussori non solo finanziari.
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