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San Siro, demolizione posticipata per interesse culturale

La demolizione dello stadio di San Siro ha subito un fermo con la proposta alternativa delle Belle Arti di adeguamento e trasformazione.

demolizione san siro
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La frenesia da demolizione di Milan e Inter per lo stadio di San Siro si è arrestata bruscamente lunedì 21 Ottobre 2019. In questa data è infatti giunta la richiesta da parte dell’Assessore a urbanistica, verde e agricoltura del Comune di Milano, Pierfrancesco Maran, della verifica dello stadio. Il potenziale interesse culturale del secondo anello della struttura ha infatti spinto il comune a incaricare la Soprintendente archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Milano, Antonella Ranaldi, della verifica in questione.

Demolizione di San Siro: il piano iniziale

Come affermato a fine Settembre dagli amministratori delegati di Milan e Inter, rispettivamente Paolo Scaroni e Alessandro Antonello, il Meazza ha fatto il suo tempo. In particolare, dopo le esperienze tutte positive di Expo Milano 2015 e di CityLife, è ora anche per San Siro di un periodo di rinascita. Infatti, in entrambi i progetti degli studi in gara, Manica-Cmr-Sportium e Populous, oltre alla demolizione dello stadio sarà prevista l’edificazione di distretti commerciali, hotel, grattacieli, zone residenziali e aree verdi.

Riguardo all’idea di ristrutturazione dello stadio, gli stessi amministratori delegati delle due squadre meneghine si dichiarano scettici. Questi hanno infatti affermato che questa sfigurerebbe l’attuale struttura, rendendola sia irriconoscibile, che scomoda per gli spettatori. Spettatori che, tra l’altro, durante un ipotetico processo di restauro, non avrebbero a disposizione una struttura altrettanto capiente in cui assistere ai match.

L’alt della Sovrintendenza

Come già affermato da Antonella Ranaldi durante la Conferenza dei Servizi relativa alla proposta di Milan e Inter del 15 Ottobre 2019, la demolizione “non è l’unica opzione. Suggeriamo di valutare ipotesi alternative, come l’adeguamento e la trasformazione dell’impianto. […] Oltre alle quattro torri e al terzo anello, alla struttura originaria se ne era aggiunta un’altra negli anni Cinquanta che è da considerarsi significativa dal punto di vista architettonico”.

Del resto, lo stesso rettore del Politecnico di Milano, Ferruccio Resta, aveva sottolineato la non necessità dell’abbattimento del Meazza. L’università, ricordiamolo, è l’advisor ufficiale per il masterplan del nuovo stadio e ha ospitato la presentazione dei due progetti avversari. Stiamo dunque parlando di uno stop definitivo al progetto di demolizione del vecchio stadio? La risposta è no. O almeno, non ancora. L’ultima parola spetterà alla Soprintendenza in un processo che impiegherà qualche mese al suo termine.

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