Mentre i Mondiali sudafricani vedono sul campo un'Italia impalpabile, un azzurro storico, ma soprattutto un grande milanista, saluta la compagnia, il mondo del pallone e la vita. Lasciandoci tutti un po' più poveri. Roberto Rosato, "faccia d'angelo", era il simbolo di un calcio duro, ma vero, sincero, grintoso e fisico. Se ne è andato l'altra notte a Cheri, all'età di quasi 67 anni.E' stato uno dei più grandi difensori italiani. Stopper implacabile, votato all'annullamento del centravanti avversario, con la maglia del Milan ha dato vita con Cudicini, Schnellinger, Anquilletti e Trapattoni a uno dei reparti difensivi rossoneri più forti di tutti i tempi. Diventa ben presto un punto fisso anche in maglia azzurra, regalando una delle sue migliori prestazioni proprio nella sua partita d'esordio nel 1965: il ct è Fabbri che, nell'amichevole Germania Ovest-Italia 1-1, dà spazio a Rosato che si guadagna l'appellativo di 'Martello di Amburgo' per la grinta e la determinazione dimostrate in campo. Con l'Italia conquista il titolo di Campione d'Europa nel 1968 e nell'immaginario collettivo è vivo il ricordo di un suo salvataggio sulla linea nella storica semifinale dei Mondiali di Messico '70 Italia-Germania Ovest 4-3.
Cresciuto calcisticamente nel Torino di Nereo Rocco, Rosato fa il suo esordio in Serie A proprio con la maglia granata, ma la sua consacrazione e i successi più importanti della sua carriera saranno legati al Milan. Al club rossonero Rosato passa nel 1966 per 400 milioni e a Milano gioca sei stagioni durante le quali vincerà tutto: uno scudetto, tre Coppe Italia, due Coppe delle Coppe, una Coppa dei Campioni e una Coppa Intercontinentale. Qui trova Gianni Rivera, definito il suo "gemello": i due infatti sono nati lo stesso giorno, mese e anno, il 18 agosto 1943. E' la stagione 1966-67, sulla panchina milanista c'è Silvestri che ripone in Rosato le speranze per una difesa imbattibile e, dopo un inizio non proprio brillante Rosato dà il meglio di sé. Poi l'arrivo di Nereo Rocco e "faccia d'angelo" fa il suo exploit definitivo. Rosato lascia il Milan nel '73: le ultime quattro stagioni veste la maglia del Genoa. In Nazionale ai Mondiali del 1970 è convocato solo come riserva di lusso. Al suo posto c'è Comunardo Niccolai, stopper appena scudettato del Cagliari. Ma Niccolai si infortuna alla vigilia della partita d'esordio con la Svezia lasciando spazio proprio a Rosato. E' l'inizio della grande avventura di "faccia d'angelo" protagonista di prestazioni memorabili: fermerà giocatori del calibro di Muller e Pelé.