Alcuni ristoranti di Milano non contrastano il nuovo DPCM, ma si adeguano, per salvare economia e salute.
I ristoranti di Milano hanno risposto al nuovo DPCM, che impone la chiusura alle ore 18:00, con la resilienza. In psicologia la resilienza è quella capacità di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà. Ed è proprio quello che stanno facendo i ristoratori di Milano, che stanno trovando diverse strategie per poter da un lato appoggiare le nuove misure per abbassare il contagio e dall’altro non rischiare la chiusura della propria attività. Ecco come hanno reagito alcuni dei ristoranti più famosi di Milano.
La reazione dei ristoranti al nuovo DPCM
I ristoranti di Milano, già organizzati per limitare il contagio all’interno del loro locale, si ritrovano a dover gestire il nuovo DPCM che prevede la chiusura dell’attività alle 18:00. Se da una parte la reazione è stata quello di sgomento e di protesta, dall’altro c’è stato chi ha potuto e voluto reagire, puntando tutto sul delivery e il pranzo. Davide Oldani, noto chef e proprietario del ristorante D’O in provincia di Milano commenta: “Mi adeguo alle direttive che ci daranno. La mia squadra potrà riposare di più e soprattutto avremo tempo per riflettere, questa è l’opportunità da cogliere, per capire che cosa fare in futuro.” Della stessa opinione anche lo chef Andrea Berton, proprietario del ristorante Berton a Porta Nuova, che commenta: ”Noi saremo qui, in ogni caso, a pranzo. Certo, il momento è difficile, ma non è giusto chiudere. Preparerò lunch box, che si possono prendere qui e consumare dove si vuole”. Anche Chunk Smoke and Spirits, nella nostra classifica dei ristoranti che meglio hanno rispettato le norme anti-covid, punta su una formula mista di delivery, per tutta la settimana, e brunch nel weekend con il loro “Sunday Roast” dalle 12:00 alle 18:00.