I Bar di Milano potranno espandersi su marciapiedi e nei parcheggi senza pagare l'occupazione del suolo pubblico durante la fase 2.
Al via i progetti per ridisegnare i bar di Milano per far si che possano riaprire durante la fase 2. Il più gettonato al momento sarebbe quello di estendere gli spazi su marciapiedi e parcheggi all’esterno. La proposta sarà presentata a Palazzo Marino giovedì 14 maggio. Non tutti però sono d’accordo e si lasciano andare a consigli e perplessità.
Fase 2, i bar di Milano si trasferiscono sui marciapiedi
L’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran ha spiegato quali saranno i principali cambiamenti per attuare il progetto. Anzi tutto i proprietari non dovranno più pagare l’occupazione di suolo pubblico per ampliarsi all’esterno. In più è prevista la sospensione di alcuni regolamenti che rallentavano le procedure, ma il Comune ha 15 giorni per approvarla. “Mi fa piacere che abbiamo raccolto un consenso generale – spiega Maran – perché è una delle principali azioni che mettiamo in campo per mitigare i disastri che il Covid. Significa avere più luoghi dove bere un caffè e mangiare una pizza nel rispetto del distanziamento. Questa è la strada che tante città europee in questi giorni stanno prendendo“.
Parte della minoranza però non è soddisfatta del tutto, come l’esponente di Forza Italia Alessandro De Chirico. “La delibera sull’abbattimento della Cosap è una buona proposta di partenza, ma manca di coraggio. Bisogna permettere a quei commercianti poter usufruire di questa opportunità da subito, mandando una semplice Pec. Altro che 15 giorni di tempo per l’autorizzazione. Diverso per chi chiede di togliere posti auto o di utilizzare il vicino parchetto: va snellita la SCIA”. De Chirico poi consiglia di impiegare maggiormente le Forze dell’Ordine per il controllo sul suolo pubblico.”Un punto da rivedere o da cancellare totalmente è la responsabilità del commerciante in materia di assembramenti“.
Anche Simone Sollazzo, ex M5S e ora nel “gruppo misto”, ha trovato qualche dettaglio negativo. Secondo lui questo progetto farebbe a pugni con Strade Aperte che prevede la realizzazione di nuove ciclabili. “Nelle strade di maggiore percorrenza gli spazi sono già stati abbastanza compromessi dalla segnaletica orizzontale – spiega – che abbiamo visto come nel caso di Corso Venezia ed altre realtà. Quindi l’occupazione di marciapiedi con dehors e tavoli potrebbe complicare ulteriormente la possibilità di muoversi in totale sicurezza“.