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I proprietari dei barconi-ristoranti sui Navigli dovranno pagare 58 mila e 588 euro “a titolo di indennità di occupazione dello spazio acqueo occupato con barconi”.
Lo ha deciso Palazzo Marino.
A seguito della lite sulle spese di rimozione dei barconi, i proprietari dovranno fare i conti con l’occupazione dello “spazio acqueo”. I gestori hanno fatto ricorso al Tribunale chiedendo di annullare l’atto di riscossione lamentando l’illegittimità della richiesta di pagamento dei canoni “successivamente all’adozione dell’ordinanza di sgombero da parte dell’amministrazione e l’applicabilità della deliberazione”.
Il Comune si è costituito in giudizio e ha ricordato che il calcolo dell’indennità di occupazione è stata accertata dal Tribunale regionale delle Acque Pubbliche. “Nel merito, si rileva che la legittimità delle tariffe applicate dal Comune è stata accertata con sentenza del Tar, confermata dal Consiglio di Stato; inoltre, l’indennità di occupazione è dovuta per il solo fatto dell’occupazione senza titolo e fino al momento dell’avvenuta effettiva rimozione dei barconi” eseguita nel 2018.
Nel 2018 le gru fecero irruzione sul Naviglio al fine di rimuovere i barconi che per 30 anni avevano ospitato i locali della movida milanese. Un anno dopo, nel 2019, gli stessi barconi andarono all’asta. Per ognuno dei galleggianti che si trovavano custoditi nel Parcheggio Trenno (ATM) in via Novara la base d’asta partiva da 10mila euro.
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