Zlatan Ibrahimovic resta, per fortuna, e così potrà insultare i propri tifosi (a insultare quelli avversari ci pensa Balotelli) almeno per un altro anno ancora. "Ibrahimovic è già stato confermato": poche parole, lapidarie, frutto della mente di un uomo tutto d’un pezzo, Massimo Moratti, intercettato dai giornalisti alla fine della riunione svoltasi in Lega Calcio quest’oggi.
Sono questi gli uomini che ci piacciono, quelli tosti, che non perdonano mai, quelli con cui non si sgarra.
E così, dopo le bizze, le mosse di ju-jitzu, le dita sulla bocca e le mani a coppa lo svedese d’origine slava si è guadagnato la riconferma certa come bandiera dell’Inter ricampione d’Italia. Mi chiedo cos’altro potrà fare in campo.
In effetti, non era facile trovare qualcuno disposto a pagare i soldi per assicurarsi le ‘prestazioni’ dello Zlato, giocatore ambizioso e sopra la media (parole sue) con tanta voglia di Champions.
Intanto ‘Ibra’, dopo essere rientrato dal permesso che gli era stato accordato da Mourinho, è tornato ad allenarsi ad Appiano Gentile. In ogni caso domenica contro il Chievo al Bentegodi non potrà scendere in campo perché squalificato.
Vale la pena tornare sulle recentissime dichiarazioni di Mino Raiola, agente del giocatore: “Non è un mercenario, non se ne andrà”, ha detto con fermezza poi, con meno fermezza ha aggiunto: “Zlatan non è prigioniero del contratto che ha con l'Inter, a questi livelli non è mai una questione di soldi. Per ora non ci sono le condizioni perché Ibra lasci l'Inter, più avanti non so, non è detto che non ci saranno”. Questo vuol dire essere una bandiera. Più o meno…