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A seguito delle proteste del corpo di ballo, il fronte delle contestazioni al Teatro alla Scala si estende.
Nella giornata di domenica 1° maggio, i sindacati dei lavoratori del teatro hanno proclamato lo stato di agitazione con la “sospensione di tutte le prestazioni supplementari e straordinarie”. Il comunicato congiunto delle rsu del teatro e delle segreterie di Cgil, Cisl e Fials segnala “inconsistenza delle relazioni”, “nessuna volontà di confronto sindacale” e “obblighi disattesi di informazione, confronto e negoziato”.
In vista della discussione del rinnovo del contratto di lavoro emergono numerosi nodi irrisolti, come il programma della prossima stagione “solo anticipata senza dettagli”; stagione che “attualmente non è possibile avallare da parte sindacale”. In aggiunta, nella nota i sindacati denunciano che la Direzione del teatro “sembra sia più orientata alla disintermediazione sindacale privilegiando il rapporto diretto con i singoli secondo una concezione paternalistica e talvolta autoritaria che riporterebbe indietro il teatro di decenni.
Un rapporto basato su premi unilaterali e superminimi, come su criteri di reclutamento del personale poco egualitario”.
Fondamentale e necessario avviare un “confronto sul livello di autonomia del Teatro, messo sempre in discussione da inspiegabile eccesso di controllo degli organi di vigilanza, come la richiesta di un ulteriore accordo sindacale sulle straordinarie attività già convenute per l’erogazione del premio di produzione”.
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