Giovanni Canio Mazzaro, ex partner della ministra Santanchè, è stato accusato di utilizzare “regolarmente modelli giuridici aziendali per massimizzare il beneficio economico e fiscale dalle operazioni eseguite” nel corso del suo lavoro. Questo comportamento è ricordato nelle ragioni manifestate dal giudice del Tribunale di Milano, Emanuele Mancini, che hanno portato alla sua condanna. Mazzaro è stato punito nel luglio precedente con una pena detentiva di due anni e mezzo per l’indebita prelevazione del patrimonio e la falsa dichiarazione delle entrate che ha perpetrato durante il suo periodo di servizio come amministratore della Bioera e Ki Group.
Secondo il tribunale, Mazzaro avrebbe dimostrato un totale disinteresse per “gli obblighi dell’erario”, approfittando di un sistema artificiale che gli garantiva vantaggi economici derivanti dal suo lavoro e scaricando le responsabilità fiscali su terze parti non in regola. La questione ruota attorno a un presunto frodamento fiscale collegato alla remunerazione per i suoi ruoli sociali e prestazioni manageriali. Al fine di evitare di pagare un debito fiscale di 1,5 milioni di euro, ha anche reso ridondante la dichiarazione di reddito attraverso la sua società (la M Consulting & C), intestata a sua madre Rosa Polosa, segnalando un importo inferiore a quello effettivamente ricevuto.
Inoltre, per evitare il pagamento della somma dovuta, Mazzaro ha impiegato uno stratagemma che impliva la vendita dello yacht “Unica”. Per questo motivo, la posizione di Daniela Santanchè è stata esclusa dalla questione.