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Coronavirus, Pio Albergo Trivulzio: “Pazienti trasferiti nella notte”

Dalla confessione di un'operatrice sanitaria del Pio Albergo Trivolzio emergono altri dettagli scandalosi sulla situazione Coronavirus.

Continuano le indagini al Pio Albergo Trivulzio di Milano, una delle Rsa maggiormente – e misteriosamente – colpite dal Coronavirus. Insieme agli interventi delle Forze dell’Ordine contribuiscono le preziose confessione da parte degli operatori sanitari.

Coronavirus, confessioni dal Pio Albergo Trivulzio

Stanno continuando a trasferire i pazienti da un reparto all’altro, senza aver fatto nemmeno i tamponi, lo fanno la sera di nascosto. Intanto gli anziani continuano a morire, la situazione non è migliorata“. La confessione arriva direttamente da un’operatrice sociosanitaria del Pio Albergo Trivulzio. Si aggrava quindi la situazione della Rsa che sembrerebbe aver registrato meno morti da Covid-19 rispetto alla realtà, quindi 150 vittime. Ad aggravarsi è anche la situazione per il direttore generale della struttura Giuseppe Calicchio, indagato per omicidio colposo.

La prima mascherina nel mio reparto si è vista il 22 marzo – aggiunge l’operatrice -. Dieci giorni prima ho chiesto di averne una ma, come ad altre colleghe che le avevano portate da casa, venne intimato dalla caposala di non usarle“. L’affermazione è confermata da altri operatori a cui sarebbe quindi stato vietato di proteggere se stessi e i pazienti con le apposite mascherine. Secondo la direzione in questo modo si sarebbero solamente allarmati inutilmente gli ospiti. Continuano poi le accuse: “I malati non erano isolati in modo corretto, non avevano le mascherine e ricevevano visite dai parenti anche dopo lo scoppio dell’epidemia“. Nel frattempo i decessi raddoppiano e in due mesi più di un terzo dei decessi è a causa del Coronavirus.

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