Prezzi calmierati nelle zone popolari di Milano
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La crescita dei prezzi delle materie prime non è una novità, anche se, attualmente è aggravata dal conflitto tra Russia e Ucraina.
Aumento del prezzo della farina: la proposta calmierata
La guerra di Putin colpisce il granaio d’Europa. Secondo l’Unione Artigiani, nelle ultime due settimane, sono cresciuti del 40-50% i costi delle farine di grano tenero proveniente dalle campagne ucraine. In zona Bisceglie, il titolare di una panetteria afferma: “Non sappiamo cosa succederà nei prossimi mesi. I rincari delle farine sono iniziati già dallo scorso luglio. Il prezzo della semola rimacinata è salito a 98 centesimi al chilo. A gennaio abbiamo aumentato di 50 centesimi al chilo ogni tipo di pane”. Nei giorni scorsi, il fornaio ha lanciato una proposta calmierata, vendendo il pane a 4,50 euro al chilo invece che 4,95.
Aumento del prezzo della farina: il suggerimento di Matteo Cunsolo
La situazione in via Vigevano non cambia. Le farine speciali sono passate da 2,70 euro al chilo, a 4 euro al chilo. Il presidente dell’Associazione Panificatori Milano e province di Confcommercio, Matteo Cunsolo, ha esortato i panificatori a mantenere inalterato il prezzo del “pane comune”, consapevoli delle difficoltà che le famiglie stanno affrontando.
Aumento del prezzo della farina: le abitudini dei giovani
Nonostante la farina sia salita del 50% e le bollette di gas e luce del 60%, i panifici storici non mollano la presa e, per il momento, si rifiutano di ritoccare i prezzi. Il titolare di un forno in zona città Studi afferma: “Non escludo un aumento quando arriveranno i nuovi contratti per le farine in estate. Le nuove abitudini di consumo fra i giovani e le culture alimentari straniere hanno ridotto la presenza del pane a tavola. Negli anni Ottanta producevamo 850 chili di pane al giorno, oggi ci limitiamo a sessanta chili”.
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