Sala si è recato a Bruxelles per chiedere il supporto dell'UE nella lotta contro l'arresto delle registrazioni dei figli di coppie omogenitoriali.
Il sindaco di Milano Giuseppe Sala si è recato al Parlamento Europeo a Bruxelles per chiedere il supporto dell’Unione Europea nella lotta contro l’arresto delle registrazioni dei figli di coppie omogenitoriali. Il sindaco ha anche annunciato che, insieme ad altri primi cittadini del Partito Democratico, tornerà a registrare i bambini presso gli uffici anagrafici.
Le parole di Sala a Bruxelles
“Sono qui per chiedere il vostro sostegno“, ha dichiarato fin da subito il sindaco di Milano, Beppe Sala, durante la conferenza stampa a Bruxelles, dove era presente insieme alla copresidente dei Verdi Terry Reintke e al capodelegazione del Partito Democratico Brando Benifei. “Prima di tutto vengono i diritti dei bambini“, ha sottolineato il sindaco. “So che per la maternità surrogata anche nel mio partito ci sono idee diverse. Ma è ora di agire“, ha continuato, rispondendo a tutti coloro che si chiedono perché un sindaco debba occuparsi di questo tema anche se ci sono molti altri problemi da affrontare.
“Dicono che si tratti di piccoli numeri, è vero adesso, ma in futuro? L’Ue deve prendere la questione della maternità surrogata nelle proprie mani, è un tema che non può essere risolto solo a livello nazionale”, ha proseguito sempre Sala a Bruxelles, e ancora “I numeri dicono una parte della verità: lo dice uno che ha lavorato per tanta parte della vita sui numeri. Bisognerebbe incontrare quelle famiglie che chiedono la registrazione, come ho fatto io. Anche perché mi sono preso la responsabilità di firmare ogni singolo atto, e spesso di firmare con davanti le famiglie”.
Sala ha poi concluso affermando che quando si ascoltano le loro esperienze, richieste e aspettative è facile comprendere che si tratta di una questione fondamentale. Poco importa se attualmente ci sono poche persone in attesa, in quanto il brusco arresto ha di certo contribuito a creare un problema significativo nella comunità.
I sindaci delle grandi città sfidano il Governo
Sette grandi città italiane – Roma, Milano, Napoli, Torino, Firenze, Bologna e Bari – hanno deciso di contrastare le discriminazioni e garantire pienamente i diritti dei figli delle coppie omogenitoriali, non seguendo la linea del governo in merito ai figli di due madri. In una nota, i sindaci di queste città hanno chiesto un incontro urgente al premier Giorgia Meloni e al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, annunciando che continueranno a riconoscere i matrimoni gay e a trascrivere i certificati di nascita costituiti all’estero dei figli di coppie omogenitoriali, a eccezione di quelli che derivano da una gestazione per altri, poiché questo è vietato dalla legge.