Scopri come l'artista sloveno utilizza l'arte per esplorare le tensioni sociali moderne.
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Un artista tra sogno e realtà
Jure Kastelic, artista sloveno con base a Venezia, ha recentemente presentato una serie di opere inedite che sfidano le convenzioni artistiche e sociali. Ospitato dal collezionista Carl Kostyál, Kastelic ha creato un corpus di tele in juta che raccontano storie di principesse esotiche, re mascherati e cavalieri in armatura. Queste immagini, che sembrano uscire da un sogno, offrono una riflessione profonda sulle difficoltà che le nuove generazioni affrontano nel mondo contemporaneo, dove l’accesso all’educazione, all’alloggio e all’occupazione è sempre più complicato.
Traendo ispirazione dal saggio “End Times” di Peter Turchin, Kastelic utilizza il gioco delle sedie come metafora per descrivere la lotta tra élite e contro-élite. L’artista invita il pubblico a immaginare un’alternativa a questo gioco, suggerendo che sia possibile superare i limiti del capitalismo attraverso l’innovazione e la tecnologia. La sua mostra non è solo un’esibizione di opere d’arte, ma un invito a riflettere su come possiamo costruire un nuovo ordine sociale.
Un linguaggio pittorico unico
Le opere di Kastelic nascono dall’uso di Midjourney, un sistema di intelligenza artificiale che genera immagini a partire da descrizioni in linguaggio naturale. Nonostante l’uso di questa tecnologia, l’artista sceglie di dipingere con acrilici su juta, rifiutando strumenti moderni come le pistole a spruzzo. Kastelic crede che questo materiale grezzo e testurizzato conferisca profondità e matericità ai suoi lavori, creando un dialogo continuo tra passato e futuro. Le sue opere esplorano le tensioni tra forze opposte, riflettendo sul significato e la conservazione del valore in un’epoca segnata da disuguaglianze sociali.
Rilettura dei miti antichi
Una delle opere centrali della mostra è “Arianna”, in cui Kastelic rilegge il mito della principessa cretese alla luce delle attuali riflessioni sulla criptovaluta. Paragonando il filo di Arianna, che permise a Teseo di fuggire dal labirinto, al bitcoin, l’artista suggerisce che la criptovaluta possa rappresentare una via d’uscita dai sistemi finanziari tradizionali. Questa reinterpretazione mette in luce come l’arte possa fungere da specchio per le sfide economiche e sociali del nostro tempo.