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Attivisti pro Palestina coprono di vernice rossa ingresso Banca Jp Morgan

L'ingresso della sede, di Milano, della Banca JP Morgan Chase è stato coperto con vernice rossa da tre attivisti

vernice rossa banca
Occhiobello (Rovigo), la casa della famiglia di Massimo Ranzani, militare ucciso in Afghanistan. Nella foto i carabinieri davanti alla casa di famiglia di Ranzani a Santa Maria Maddalena, frazione di Occhiobello

Tre attivisti aderenti alle campagne “Palestina Libera” e “Ultima Generazione”, in coordinamento con i movimenti Palestine Action e Palestina Libera di Inghilterra, Portogallo e Italia, hanno versato della vernice rossa, color sangue, sull’ingresso della la sede di Milano della Banca JP Morgan Chase.

La protesta degli attivisti

La protesta è andata in scena qualche minuto prima delle 12 di oggi, martedì 11 giugno, al palazzo di via Cordusio. Oltre ad essere passati ai fatti, i tre attivisti, hanno esposto uno striscione con la scritta “Palestina Libera” e la bandiera palestinese.

In un comunicato è stata denunciata la complicità della Comunità Internazionale, degli Stati Uniti e dell’Italia che sul proprio territorio ospita diverse banche che finanziano e lucrano sul genocidio palestinese, tra cui anche la banca americana JPMorgan Chase:

“Il finanziamento del genocidio palestinese non riguarda solo le banche e le aziende americane come la JPMorgan, ma anche quelle italiane: Banca Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mediobanca, Mediolanum sono altrettanto coinvolte”, si legge nel testo del comunicato.

Gli attivisti contro le iniziative italiane

Un’azione non violenta, ma secondo gli attivisti l’Italia è complice di alimentare il conflitto perché continua ancora oggi ad inviare armi ad Israele:

“Lo confermano i documenti doganali; Tajani ha mentito al Parlamento negando che dal 7 ottobre sia cessato l’invio di armi”.

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