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Università Statale, boom di iscrizioni al corso di Mediazione Linguistica: “Chiudiamolo per un anno”

La proposta verrà discussa nella seduta del Senato Accademico: le associazioni studentesche protestano

Statale Milano, proposta la chiusura di mediazione linguistica

Nella giornata di mercoledì 9 febbraio, durante la seduta del Senato Accademico dell’Università Statale di Milano, si discuterà la proposta di chiusura del corso di laurea in Mediazione Linguistica a causa del boom di iscrizioni. Qualora venisse accolta, il corso non potrà aprire alle matricole per il prossimo anno. L’obiettivo? Contenere il sovraffollamento che lo contraddistingue dal 2019, anno in cui è stato tolto il numero chiuso.

Università Statale, Mediazione Linguistica: l’impossibilità degli studenti di frequentare tirocini e laboratori

Sbalorditiva la sproporzione tra il numero di studenti e professori: se la media nazionale è pari al 39,6%, nella facoltà di Mediazione Linguistica raggiunge il 96,8%. Nel corso sono previsti tirocini formativi e laboratori specialistici, ma le ore in agenda non riescono a garantire l’accesso a tutti gli studenti. Tuttavia, la proposta di bloccare le iscrizioni per un anno ha suscitato critiche.

Università Statale, Mediazione Linguistica: “E’ una follia sospendere, non risolverà nulla”

La coordinatrice di Studenti Indipendenti, Lucrezia Palmieri, denuncia: Il mediatore è una figura che dovrebbe esserci in tutti gli uffici pubblici: i corsi si chiudono se non ci sono iscrizioni, non se ce ne sono troppe. E se c’è sproporzione tra il numero di studenti e professori si fanno assunzioni. È una follia sospenderle per un anno e non risolverà nulla: gli aspiranti si iscriveranno a Lingue per non perdere un anno e poi tenteranno di rientrare. Inoltre, c’è anche il problema degli spazi e in questo, oltre all’ateneo, c’è un grande assente, ovvero il Comune di Milano che potrebbe mettere a disposizione edifici vuoti del suo patrimonio”.

All’attacco anche la lista UniSì, che scrive: “La situazione a Mediazione concerne gravi problemi di spazi e di personale: non comprendiamo come un anno di sospensione possa portare ad un rinnovamento tale da risolvere il tema. Resta un mero palliativo. Comprendiamo quanto la situazione attuale sia estrema, non più tollerabile: ci sentiamo però in dovere di sottolineare come fosse stato necessario trovare una soluzione diversa prima. Al momento l’Ateneo non ha un piano preciso su come il corso possa essere riformato. Servono più spazi, più investimenti, più volontà, più tempismo: la sospensione di un corso così partecipato è una sconfitta per tutti”.

Università Statale, Mediazione Linguistica: rivedere il sistema

Anche il rappresentante in Senato Accademico per la lista Obiettivo Studenti, Luigi Casella, commenta: “Si è creata una situazione paradossale. Prima di arrivare a questa proposta come extrema ratio erano state tentate altre vie, per arginare le iscrizioni. Già nell’ultimo anno, le matricole non potevano più scegliere le lingue liberamente, ma c’erano binomi fissi, mai visti prima. Noi crediamo che il problema stia molto più a monte, ovvero che la normativa sulla programmazione delle immatricolazioni in Italia non faccia i conti con la realtà: per fornire una preparazione di qualità è importante che il rapporto professori/alunni sia molto basso. Dipende tutto da come in Italia il governo interpreta il diritto allo studio: se è semplicemente il diritto a un titolo che, prima o poi, arriva, o se è il diritto a una formazione di qualità. In questo caso, allora, come denunciato dai nostri rappresentanti, c’è necessità di nuovi stanziamenti economici, sia per assumere docenti che per nuovi spazi. Questo corso è la prima vittima di un sistema da rivedere”.

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