Un medico di Milano, che lotta in prima linea contro il Covid, si sfoga: "La seconda ondata ce la siamo andata a cercare".
Un medico di Milano, sceso in prima linea per combattere contro il covid, ha scritto una lunga lettera per sfogarsi dopo la vista delle immagini che mostravano la gente in giro a Milano e nei parchi di domenica mattina. “La gente non ha ancora capito che deve stare a casa, che in ospedale non ci stiamo divertendo, anzi, siamo infuriati”.
La lettera del medico che lotta contro il Covid
Un medico, uno dei tanti, non di certo il primo e non l’ultimo a sfogarsi contro la superficialità delle persone che non seguono le raccomandazioni del Governo. Domenica 8 novembre a Milano erano in tanti in giro per la città. Molti sono andati al parco. Sono proprio queste immagini di gente al parco che ha fatto infuriare un medico che lavora in un ospedale milanese. “Poi vedi le foto della ressa al parco Sempione di domenica pomeriggio e ti incazzi a morte. Perché la gente non ha ancora capito che deve stare a casa, che in ospedale non ci stiamo divertendo, anzi, siamo infuriati. Perché se la prima ondata è stata perlopiù subita, la seconda ce la siamo andata a cercare, nonostante gli inviti ad indossare la mascherina, a mantenere il distanziamento, a prestare attenzione, siamo nuovamente sommersi.” Una situazione critica quella che stanno vivendo ancora una volta i medici e gli infermieri in prima linea contro il covid. “Stasera ho già valutato sedici pazienti, più o meno gravi, nell’osservazione breve del pronto soccorso, tutti in attesa di un posto letto per il ricovero, qualcuno da tre giorni. Al mio arrivo alle 20 ho trovato cinque ambulanze in attesa, alcune dalle due di questo pomeriggio. Era così ieri, sarà così anche domani.” Spiega preoccupato il medico. “State a casa. State a casa. State a casa.” termina così la sua lettera. Ripetendo tre volte lo State a casa, come fosse un mantra, come fosse qualcosa che deve entrare dentro, essere assimilato e non rigettato o facilmente cestinato. Stare a casa affinché la situazione possa quanto meno tornare gestibile. Il lungo sfogo infatti è solo uno delle tante criticità sottolineate dai tanti eroi che stanno lottando contro il Coronavirus. Anche l’Areu, che gestisce i centralini del 118, sottolineava la gravità della situazione, mentre l’Ats ricordava che ormai non si ha traccia dei contagi e che quindi è stato necessario mettere Milano in zona rossa. State a casa. Lo dicono in tanti, lo dicono in troppi. Stare a casa oggi non significa solo essere prudenti, ma significa anche rispondere ad una richiesta di aiuto, ed è anche senso civico.