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Lo Starbucks in via Turati, a Milano, non riaprirà più.
La stessa sorte tocca anche al locale in Porta Romana: chiuso definitivamente. Attualmente rimangono Cordusio, corso Vercelli, via Durini, via Restelli, Garibaldi e Stazione Centrale.
Guardando i fatturati, Starbucks Italy srl ha avuto 11 milioni di guadagni nel 2019, i quali, nel 2020 sono calati del 44,28%. L’immensa torrefazione di Cordusio lavora anche per altri negozi: la qualità è veramente alta. Nell’inchiesta di Report è stato rilevato nel caffè yankee un livello superiore alle tazzine napoletane.
Il costo, ovviamente, non è equiparabile a quello degli altri bar sotto casa: sono disponibili frappuccini, espressi e tante altre delizie. I consumatori si concedono soste meno ricorrenti, senza una vera e propria fidelizzazione. Essendo un grande impianto stilistico e scenografico per turisti, quando essi vengono a mancare, la situazione diventa più complicata.
La torrefazione di Milano ha fatturato 22 milioni nel 2019 e 18 nel 2020.
L’impianto costa circa 3,5 tonnellate di caffè al giorno ed è in funzione 24 ore a ciclo continuo. Nel 2019 il Roi (ritorno sull’investimento) dello Starbucks Reserve Roastery di Milano era negativo del 34%, del 30% nel 2020. L’amministratore delegato di Starbucks, Kevin Johnson, ha deciso di sospendere in tutto il mondo l’apertura di questa tipologia di negozi d’impatto scenografico e di immenso impegno finanziario.
I due negozi chiusi a Milano, dopo solo due anni di attività, sono un pessimo segnale. I piani di sviluppo non avevano tenuto in considerazione il Covid-19. Sembra che i milanesi prendano le distanze da tutto ciò che non è ‘cappuccio e brioche‘. Per il momento le premesse non sono state avvincenti: ci sarà il tempo per recuperare?
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