Per il 26 maggio Usb ha proclamato uno sciopero generale, che potrebbe mettere a rischio mezzi, metro e treni a Milano e in tutto il territorio nazionale.
Previsto per venerdì 26 maggio uno sciopero generale proclamato dal sindacato Usb. A Milano, come in tutta Italia, ad incrociare le braccia, come si legge sul portale dedicato del ministero delle infrastrutture e dei trasporti, potranno essere i lavoratori di tutti i “settori pubblici e privati”.
Come sempre i maggiori disagi rischiano di verificarsi nei trasporti. A Milano sono a rischio non solo mezzi di superficie Atm e le metropolitane, ma anche i convogli regionali di Trenord. Potrebbero fermarsi anche i treni nazionali a lunga percorrenza. I ferrovieri, stando a quanto comunicato, potranno incrociare le braccia per 8 ore, dalle 9 alle 17. Gli orari dello sciopero dei mezzi cittadini, invece, non è ancora stato reso noto.
I motivi dello sciopero del 26 maggio
É stata la stessa unione sindacale a spiegare le ragioni dello sciopero, con una nota. “Milioni di lavoratori e lavoratrici da trent’anni a questa parte assistono alla riduzione del proprio potere di acquisto di circa il 12 %, come segnala l’organizzazione internazionale del lavoro. Milioni di lavoratori e lavoratrici subiscono il peggioramento costante delle condizioni di lavoro tra precarietà, flessibilità, aumento della produttività e dei ritmi di lavoro, part time obbligatorio, Jobs Act, licenziamenti indiscriminati, condizioni di sicurezza del lavoro sempre peggiori. Milioni di lavoratori e lavoratrici hanno visto il loro salario fissato, da contratti nazionali firmati troppo benevolmente, al di sotto dei 7 euro lordi l’ora”, si legge nel comunicato rilasciato da Usb.
E ancora: “Milioni di lavoratori e lavoratrici hanno visto stracciare quei diritti sociali previsti dalla nostra carta costituzionale, il diritto alla salute, il diritto alla casa, il diritto all’istruzione pubblica, il diritto ad un trasporto pubblico ed efficiente”. Quindi “dinanzi a questa drammatica condizione sociale, mentre in Francia, in Portogallo, in Germania, in Inghilterra, in Grecia divampa la protesta ed è stata avviata una stagione di grandi mobilitazioni, con un trionfante comunicato congiunto le segreterie generali di Cgil, Cisl e Uil hanno lanciato la sfida al governo Meloni: tre iniziative tra aprile e maggio, non a Roma contro il governo, ma iniziative interregionali a Bologna, a Milano a Napoli. Giusto per non disturbare troppo il governo più a destra della storia della nostra Repubblica”, l’attacco sarcastico di Usb ai sindacati.
A conclusione della nota, il sindacato “indica l’unica strada e risposta possibile: il 26 maggio è sciopero generale”. Ed ecco le richieste: “300 euro netti subito in busta paga, stipendi legati all’inflazione reale, salario minimo 10 euro l’ora” e “prezzi e tariffe calmierati”.