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L’adeguamento delle tariffe è stato voluto dalle associazioni che riuniscono e rappresentano le aziende del trasporto pubblico lombardo.
Nella giornata di mercoledì 3 agosto Asstra Lombardia e Anav Lombardiahanno inviato a tutte le Agenzie di bacino della regione, nonché alla Direzione Mobilità di Palazzo Lombardia, una lettera nella quale si chiedeva di aumentare le tariffe secondo i parametri Istat e gli algoritmi già riconosciuti dalla Giunta regionale oppure “alle imprese associate non rimarrà che valutare la miglior difesa dei propri diritti nelle più opportune sedi”.
In altre parole: dateci gli adeguamenti o ne discutiamo in tribunale.
Precedentemente era già stata inviata un’altra lettera rimasta senza risposta. Pertanto, le due associazioni hanno deciso di farsi valere minacciando il ricorso alle vie legali.
Nella lettera del 3 agosto si legge: “Le scriventi si riferiscono alla precedente loro nota, di pari oggetto e allo stato senza risposta salvo che da parte delleAgenzie di Bergamo e di Cremona-Mantova che hanno nel frattempo adempiuto, e ritengono necessario riprendere l’argomento”.
Anav e Asstra evidenziano che “l’intervento di adeguamento tariffario compete alle Agenzie” e che questo “sarebbe di norma da realizzare entro e non oltre il 15 luglio onde potere le imprese affidatarie applicare il nuovo regime a partire dal primo settembre successivo”. Ma “non risulta alle scriventi associazioni che abbiano le Agenzie ancora adempiuto agli obblighi sopra citati nonostante si sia oramai giunti all’inizio del mese di agosto e – si badi – aumenti quindi il rischio di non riuscire ad applicare tempestivamente l’adeguamento tariffario in parola”.
La Regione ha reso obbligatorio compensare le aziende o con adeguamenti diretti o con fondi da trovare in proprio. Una non-scelta se si considera che i fondi per i trasporti non sono mai stati abbastanza. In queste ore infuria lo scaricabile tra il Comune di Milano e la Regione Lombardia sulle responsabilità dei rincari.
Il presidente nazionale di Asstra è Andrea Gibelli, leghista, attualmente presidente di FNM Group, una controllata della Regione.
È possibile allora che si sia creato un allineamento tra la domanda che deriva dalle oggettive difficoltà economiche in cui si dibattono tutte le aziende del trasporto pubblico locale e la risposta che la politica regionale poteva dare a quella domanda. Ovviamente, a pagarne le conseguenze sono i pendolari.
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