L’Inter vince con pieno merito lo scudetto, il quarto consecutivo, e non può non fare sorridere che, a consegnare il titolo ai nerazzurri, sia stato proprio il Milan, secondo e livido di rabbia per una grandezza che appare sempre più lontana e sbiadita con il corso di anni passati a ‘seru tituli’, anche perché lo strapotere che, almeno a livello nazionale, l’Inter rappresenta, non sembra poter venire messo in discussione l’anno prossimo e chissà per quanto altro tempo ancora.
Per il tifoso nerazzurro medio che ormai si era venuto costruendo con il passare degli anni e, soprattutto, delle cocenti amarezze sia in campo italiano che estero, questo rappresenta un lungo sogno, una notte stellata in cui l’azzurro dei colori della Beneamata si sovrappone al nero cupo e profondo in cui sono sprofondate le rivali di sempre. E più l’Inter vince, più indietro si ‘rosica’, e maggiore è la soddisfazione e il godimento aumentano per chi, ora davanti, un tempo cercava spiegazioni astrologiche fra i motivi del proprio fallimento, per poi trovarle magari, dopo tanto tempo, nella miseria e nel letame di una serie di piccole schede telefoniche. Chissà…
Campioni senza giocare, perché tanto basta vedere gli altri scendere in campo, e perdere. Tanto che perfino un presidente come Massimo Moratti riuscirà a passare come uno fra i ‘numeri uno’ più vincenti di sempre nella storia dell’Inter. Pazzesco, per uno che, fino a pochi anni fa, qualsiasi fosse la scelta da fare, sempre e inevitabilmente compiva la scelta sbagliata.
Ora invece ‘il presidente’ si gode lo ‘scudetto perfetto’, quello che giunge nel giorno del proprio compleanno. "Sì, è vero, è la prima volta che festeggio un compleanno vincendo uno scudetto. Sono stati bravi a farmi questo regalo, sono stati bravi veramente” queste le sue prime dichiarazioni, che lasciano spazio anche a una certa ironia nei confronti degli avversari di sempre, verso cui si dimentica, come spesso gli capita, di fare i complimenti di rito (ma sappiamo che lo stile non abita troppo da queste parti…). Dice infatti Moratti: “E’ un regalo che mi hanno fatto stasera anche l'Udinese oppure il Milan, se volete, oppure la Juve una settimana fa, quindi devo ringraziare anche loro". Un simpaticone che, non contento, riesce anche a infierire: “Il momento che ricordo di più? Vorrei dire Udinese-Milan… Scherzi a parte è stato veramente molto bello vivere, insieme con la squadra, questa straordinaria felicità”. Vabbeh, stendiamo un velo pietoso, Moratti non farà mai cabaret, almeno mai volontariamente…
Altre sue dichiarazioni, che certamente rimarranno nella storia: “Mourinho aveva vinto già in Inghilterra, è stato bravo anche qui con noi, unico allenatore straniero in Italia (cosa avrà voluto dire…?, ndr), è stato bravo prima a farsi strada e poi a portare la squadra alla vittoria. La dedica? Come sempre è a chi è stato più grande di me, cioè mio padre. E poi una dedica ai tifosi, che sono sempre speciali, e a Mourinho".
Sul quarto titolo di fila (terzo sul campo, ma nessuno ha avuto il coraggio di togliergli il sorriso in un momento tanto bello, d’altra parte s’ha da campà…): "L'essere per quattro volte consecutive campioni d'Italia dimostra come la squadra abbia uno spirito di adattamento e di sacrificio fantastico: abbiamo cambiato allenatore, ma la società ha avuto un atteggiamento tale che ha consentito a Mourinho di fare molto bene e i giocatori sono stati fortissimi”.
Chiosa su due argomenti delicati, Zlatan Ibrahimovic e la Champions League: "Se ho paura di perdere Ibra? Stasera non ho timore, poi si vedrà. Credo che continuerà a fare il suo dovere. La Coppa dei Campioni? Adesso non me ne frega niente, arriverà quando dovrà arrivare, serve anche la fortuna, impareremo a conquistarcela". Se arriverà anche quella Massimo Moratti potrà davvero entrare nella leggenda, suo malgrado. E ora andiamo a sventolare le bandiere…
UPDATE!
Qui sotto un video girato a Milano da Silvio De Rossi nel corso dei festeggiamenti nerazzurri.