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Il Milan non si rialza

Il Milan fallisce l'obiettivo primo posto nel gruppo E facendosi rimontare a San Siro per due volte dal Wolfsburg. Il 2-2 finale, sancito dalle reti di Ambrosini e Pato da una parte e di Zaccardo e Saglik dall'altra, potrebbe nel sorteggio dei sedicesimi di finale in programma domani associare il nome dei rossoneri ad una delle otto eliminate dalla Champions League.

Le preoccupazioni del Milan, in questo momento, sono però ben altre rispetto a quella di doversi confrontare a metà febbraio eventualmente con Zenit, Werder Brema o il Bordeaux dell'ex Gourcuff. I rossoneri negli ultimi sei incontri disputati (4 di campionato e 2 di Coppa Uefa) hanno mantenuto la propria porta imbattuta solo contro il Catania in casa, negli altre cinque impegni hanno incassato qualcosa come 13 reti.

Ancelotti per giustificare l'andazzo e al tempo stesso conservare nei propri giocatori la speranza di una rinascita si aggrappa agli infortuni. La realtà è che a parte quella davvero grave di Gattuso le altre assenze hanno avuto o hanno un peso davvero relativo. Basta scorrere la lista degli indisponibili. Il Milan ha inanellato una lunga serie di risultati utili consecutivi senza Pirlo, Nesta e Senderos; Bonera era presente sia Torino con granata che a Palermo, Flamini ha avuto un impatto tutt'altro che entusiasmante sul nostro torneo ed ha comunque totalizzato solo 760 minuti di presenza, quanto a Kakà senza di lui il Milan (unica voce in controtendenza) ha trovato piuttosto agevolmente la via della rete (5 realizzazioni nelle 3 gare in cui il brasiliano era squalificato o indisponibile). 

Quindi i veri problemi sono da ricercare nella rosa che in estate non è stata rinforzata adeguatamente dal punto di vista qualitativo in difesa e da quello quantomeno numerico a centrocampo. Il Milan, a differenza di Inter e Juventus, non ha proprio nessuno che possa avvicinarsi anche solo per caratteristiche a Gattuso ma questo non lo si doveva scoprire a Natale.
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