L'ex assessora all'urbanistica coinvolta in un'inchiesta su un progetto controverso.
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Il contesto dell’inchiesta
Milano è al centro di un’importante inchiesta riguardante presunti abusi edilizi, che ha portato alla perquisizione di figure chiave dell’amministrazione comunale. Tra queste, spicca il nome di Lucia De Cesaris, ex assessora all’urbanistica e vice sindaca, che ha ricoperto il suo ruolo fino al 2015. Sebbene non sia indagata, la sua posizione è stata scrutinata in relazione a un progetto urbanistico situato in via Lamarmora 23/27.
Questa inchiesta è solo una delle quattordici aperte dalla procura di Milano, tutte focalizzate su violazioni delle normative urbanistiche. I pubblici ministeri stanno cercando di comprendere se ci siano stati traffici illeciti di influenze, in particolare attraverso la raccolta di chat e email che potrebbero rivelare dinamiche compromettenti.
Le accuse e le figure coinvolte
Secondo le informazioni emerse, De Cesaris avrebbe comunicato a Marco Cerri, un ex membro della commissione paesaggio, dettagli di un incontro cruciale, suggerendo che Cerri fosse stato escluso dal progetto. Questa esclusione avrebbe avuto ripercussioni negative su Banca Illimity, che stava considerando di finanziare l’intervento edilizio, e avrebbe causato l’impasse della pratica edilizia.
In aggiunta a De Cesaris, anche Franco Zinna, ex capo della direzione urbanistica di Palazzo Marino, è stato oggetto di perquisizione. Gli investigatori sono convinti che le comunicazioni tra queste figure possano fornire indizi significativi per il proseguimento delle indagini.
Il ruolo di Marco Cerri e le implicazioni
Marco Cerri è attualmente indagato per traffico di influenze, in relazione al suo presunto legame privilegiato con lo sportello unico edilizia del Comune di Milano. Si sospetta che Cerri si sia proposto come ‘facilitatore’ per Salvatore Greco, un sviluppatore immobiliare interessato all’acquisto dell’immobile in questione, cercando di ottenere il titolo edilizio che sembrava difficile da acquisire.
Le indagini si concentrano anche sui dinieghi ricevuti dallo sportello unico, per verificare se fossero “strumentali” a favorire l’assegnazione dell’incarico di progettista a una persona considerata “gradita”. Questo scenario complesso mette in luce le possibili collusioni e le reti di relazioni all’interno dell’amministrazione comunale, sollevando interrogativi sulla trasparenza e l’integrità delle decisioni edilizie a Milano.