Dopo le dimissioni del Bossi padre sono arrivate anche quelle del Bossi figlio (non indagato). Si spera che altri in Regione seguano il suo ‘buon esempio’
Questa mattina, come già annunciato ieri e come auspicato da noi la scorsa settimana, Renzo Bossi ha rassegnato le sue dimissioni.
Le ultime disavventure e la temporanea dipartita politica del nostra amato Trota ricorda a più riprese un trailer di Maccio Capatonda, con in sottofondo il famoso tema musicale di Gialappiana memoria.
Solo che stavolta è tutto vero e francamente sembra che tutti non vedessero l’ora di liberarsi dell’ingombrante ‘Bossi Jr’: dai leghisti stessi, che invocano le dimissioni di Rosy Mauro e si preparano psicologicamente all’incoronazione di Roberto Maroni, all’autista del pargolo, Bancomat suo malgrado a spese dei contribuenti.
Ma anche Roberto Formigoni ha accolto bene il passo indietro di Renzo (“Una scelta giusta, opportuna di fronte a un quadro accusatorio tutto da confermare ma che comunque designa e disegna una situazione veramente grave. È bene che siano arrivate in maniera così tempestiva queste dimissioni”).
Passo indietro di qua, passo indietro di là…a molti intanto è venuta un’idea: siccome l’ormai ex consigliere regionale si è dimesso pur non essendo indagato, perchè gli altri illustri indagati in Regione Lombardia (leggi Filippo Penati e Davide Boni) non si uniscono alle danze?
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