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Expo: la Moratti cerca di mediare i litigi sulla sede della SoGe, ma Castelli annuncia i temuti ridimensionamenti

Dopo il disastro dei giorni scorsi Letizia Moratti cerca di portare un po' di tranquillità sul fronte Expo.

"Stiamo lavorando su un'altra soluzione per verificare se possiamo offrire, sempre a palazzo Reale, degli spazi più limitati in modo tale che il costo per Expo diminuisca. Questoè quello che possiamo fare. Altro non possiamo. Stiamo lavorando con Expo a contatto con gli altri soci e con l'amministratore delegato a un'altra proposta. Poi naturalmente sarà la società Expo a decidere"

Durante la prima riunione del cda infatti l'amministratore delegato della società di gestione Lucio Stanca aveva minacciato le dimissioni dopo che il rappresentante del Tesoro, Leonardo Carioni, e quello della Provincia, Enrico Corali, avevano abbandonato la seduta in segno di protesta contro il costo eccessivo della sede scelta per la SoGe (fonte immagine). Infatti era stato proposto Palazzo Reale al costo di 1 milione e 150mila euro all'anno di affitto.

C'è stato pertanto un incontro fra il direttore generale del Comune Giuseppe Sala e Stanca per cercare una soluzione a basso costo. La soluzione alternativa sarebbe quella di tenere a Palazzo Reale gli spazi per la sede di rappresentanza e altrove gli uffici.

Ma la sede bisognerà comunque pagarla perchè non bisogna

"procurare comunque un danno erariale al Comune perchè siamo tenuti ad amministrare i soldi dei cittadini negli interessi dei cittadini, non negli interessi di altri. In questo caso Expo è una società terza[…]Non ci può essere una assegnazione a titolo gratuito. La legge impone che gli enti pubblici valorizzino il loro patrimonio a condizioni di mercato. Quindi non ci può essere assegnazione a una società terza se non a prezzi di mercato. Noi abbiamo fatto stimare l'immobile dall'Agenzia del Territorio, un'agenzia statale ma terza rispetto al Comune per avere la sicurezza della congruità del prezzo, e questo è il prezzo che abbiamo proposto. Noi avevamo altre soluzioni per palazzo Reale. Abbiamo offerto questa soluzione per andare incontro alle esigenze di Expo. Villa Scheibler è una bellissima villa, riqualificata, è un patrimonio artistico della nostra città. Detto questo io non conosco le esigenze operative di Expo, quindi non mi permetto di entrare in una decisione che deve prendere la societa"

L'assessore comunale alla Cultura, Massimiliano Finazzer Flory, spera che una quota dell'affitto sia utilizzata per le mostre, per migliorare l'offerta culturale per Milano.

"Chiederò che una parte dell'affitto sia destinata a questo scopo. Peraltro accanto agli spazi che andrebbero a Expo è previsto un auditorium da 300 posti gestito direttamente dall'assessorato e che vogliamo usare per convegni e molte altre iniziative aperte ai milanesi"

Contro Stanca e le sue presunte "pretese" si sono scatenati Filippo Penati, Matteo Salvini e persino Vittorio Sgarbi. Persino lo storico dell'arte Philippe Daverio ha bacchettato Stanca sul rifiuto di villa Schleiber a Quarto Oggiaro (sede che era stata proposta dalla Provincia): "Milano non è solo piazza del Duomo o Palazzo Marino".

Stanca dal canto suo ribatte che la sua insistenza nell'avere Palazzo Reale "non è dettata da un capriccio personale, ma è un'esigenza imprescindibile per sostenere il progetto e gli investimenti. Non è che io non voglia una sede in periferia, ma piuttosto parto dal presupposto imprescindibile che, per colmare in modo proficuo il ritardo nell'attività di questi 14 mesi, dobbiamo avere una sede che sia da subito operativa allo scopo di consentire al personale, che non dispone ancora delle dotazioni e degli strumenti fondamentali, di poter cominciare a lavorare immediatamente".

Insomma, bisogna fare bella figura con le relazioni internazionali e avere gli uffici a Palazzo Reale sarebbe un ottimo "biglietto da visita".

Ma mentre a Milano si litiga sulla location, il ministro Castelli su Repubblica si lascia andare ad affermazioni piuttosto inquietanti sullo stesso tema: i fondi.

"Dopo il disastro in Abruzzo ci siamo guardati negli occhi: prima i terremotati, poi l'Expo. E adesso, al Tavolo Lombardia, stiamo seriamente valutando di ridimensionare il programma di opere pubbliche"

Nonostante gli appelli del sindaco quindi si profila un ridimensionamento.

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