Un'esperienza immersiva tra opere storiche e inedite che sfidano la percezione.
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Un’esposizione che rovescia la prospettiva
La mostra di Marcello Maloberti al PAC di Milano si presenta come un vero e proprio cantiere dell’arte contemporanea, un percorso che invita i visitatori a esplorare nuove dimensioni artistiche. Con opere che spaziano dagli anni Novanta a creazioni recenti e inedite, l’artista riesce a creare un dialogo profondo con il pubblico, sfidando le convenzioni e le aspettative. La prima impressione è data dall’esterno del PAC, dove una scritta al neon rovesciata, “Cielo”, si erge a venti metri d’altezza, catturando l’attenzione e preparando il visitatore a un’esperienza unica.
Un amore per Milano e la sua storia
Maloberti, docente alla Naba, utilizza questa esposizione come una dichiarazione d’amore per Milano, definita “città mai conclusa”. Ogni opera è stata pensata e ricalibrata per il PAC, un luogo che l’artista ha sempre amato. Tra le opere esposte, spicca “Famiglia Metafisica”, un ritratto che evoca ricordi intimi e personali, mostrando il legame profondo con le proprie radici. L’artista non si limita a presentare la sua storia, ma invita il pubblico a riflettere su quella collettiva, attraverso un linguaggio visivo che mescola nostalgia e attualità.
Elementi di sorpresa e provocazione
La mostra è caratterizzata da elementi di sorpresa e provocazione. Ad esempio, il cartello stradale “M” rovesciato all’ingresso richiama alla memoria eventi storici significativi, mentre opere come “Petrolio” rendono omaggio a Pasolini, creando un cortocircuito emotivo nel pubblico. La presenza di neon che formano slogan e aforismi, come in “Martellate”, arricchisce l’esperienza visiva, rendendo ogni angolo del PAC un’opera d’arte a sé stante. Maloberti riesce a trasformare il suo spazio espositivo in un teatro di emozioni, dove ogni opera racconta una storia e invita alla riflessione.