di Marco Trabucchi
Il Duce a piazzale Loreto ci è morto. Sgarbi avrebbe voluto metterci tre profili del Duce alti 5 metri dipinti di bianco, rosso e verde, con la scritta "Xud, Made in Italy – un prodotto da esportare".
Premesso che a piazza Loreto manca davvero qualcosa che la renda più bella, ci sembra che 3 teste del Duce non abbelliscano il paesaggio, ma contribuiscano a renderlo più “aspro”, benché la materia prima sia zuccherina.
La mostra, che era solo una proposta «è già stata ammazzata dalle parole» dice Sgarbi. Come era comprensibile l’annuncio della probabile esposizione aveva scatenato un putiferio, dalla sinistra, dalla destra, dai partigiani alla Mussolini nipote: motivazioni diverse ma tutti concordi, un sacrilegio. L'unico alleato dello Sgarbi è, guarda caso, Forza Nuova: «Non ci stracciamo le vesti. Anche provocazioni di questo genere possono essere utili a riaprire il dibattito».
Difficile passare una provocazione del genere nella città simbolo per la Resistenza e che identifica in piazzale Loreto non solo il capolinea del Fascismo ma pure il teatro dell’eccidio dei 15 tra partigiani e antifascisti prelevati da San Vittore per essere fucilati da militi della legione «Ettore Muti» agli ordini di Ss ed esercito tedesco.
Una ferita che non si rimargina facilmente, anche in tempi recenti. Il 25 aprile 2002, sempre in piazzale Loreto, due ragazzi di destra furono aggrediti e mandati all’ospedale con varie fratture dagli attivisti dei centri sociali, radunati all’angolo con viale Abruzzi per impedire lo svolgimento di una manifestazione, organizzata ma poi annullata da Forza Nuova, che avrebbe dovuto culminare con la deposizione di fiori alla memoria del Duce e dei gerarchi.
Insomma, il Duce è ancora materia scottante e Sgarbi questo lo sapeva perfettamente, ma nel gioco continuo delle provocazioni, questo (come la mostra omosex) sembrerebbe giocare tutto a favore dell’assessore che intanto ci guadagna in notorietà e apparizioni televisive.
Sgarbi comunque difende la sua idea. « A Palazzo Reale qualche mese fa fu esposta una opera di Antonio Donghi con Mussolini a cavallo, senza commenti. Era apologia del Fascismo?». Voi che ne dite?
Ma c'è un'altra notizia fresca fresca. La mostra omosex «Vade Retro-Arte e omosessualità» non si farà a Milano. Artematica, la società produttrice, «non ha accettato l'apertura dell'esposizione a Palazzo della Ragione nemmeno con l'esclusione delle dieci opere inizialmente censurate».
Lo ha detto l'assessore alla Cultura, Vittorio Sgarbi, facendo tramontare definitivamente ogni possibilità di apertura della mostra nel capoluogo lombardo. La decisione definitiva è arrivata durante la riunione della giunta.