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Intervista alle Plastiscines (un fenomeno francese), a Milano allo spazio Dolce & Gabbana

di Simone Sacco

Sono un po' di anni, ormai, che musica 'indie' e stilisti di grido vanno clamorosamente a braccetto. Dal boom degli Strokes in avanti, è stata tutta una 'sfilata' di tagli alla moda, giubbottini stretti alla Ramones, jeans attillati e scarpe di tela rigorosamente sdrucite. Dimentichiamo qualcosa? Ah sì, i gruppi ed il Rock…

Non ultime a questa processione, arrivano ora le Plastiscines, ovvero quattro ragazze parigine non ancora ventenni profondamente innamorate delle disavventure tossiche di Pete Doherty e, probabilmente, anche delle idee musicali del collega Carl Barat. E' stato, infatti, a un concerto dei (fu) Libertines che Katty, Marine, Zazie e Louise decidono di fondare la band e, dopo un paio di stagioni, pubblicare il loro ipervitaminico debutto 'LP1' prodotto da Maxim Schimmt, un arzillo signore che vanta collaborazioni pure con i Kraftwerk. Sono canzoncine veloci e leggere quelle delle Plastiscines, tipo il singolo 'Loser'.

Però nella patria di Sarkozy stanno già facendo proseliti e non si sa mai che pure in Italia… Ok, si vedrà. Noi, nel frattempo, abbiamo incontrato le quattro francesine allo spazio Dolce&Gabbana di via Broggi dove era in programma – pensate un po'… – la prima conferenza-stampa della loro (ancora giovanissima) carriera.

Allora come è nato il vostro primo CD intitolato, in maniera un po' snob, 'LP1'?
“In tutta fretta! Abbiamo registrato l'album in appena due settimane per mantenere un certo senso di freschezza nel sound; e poi, nel frattempo, eravamo sempre in tour e non potevamo davvero dilungarci oltre…”.

Soddisfatte del risultato finale?
“Certamente. Nonostante le apparenze, siamo un vero gruppo che ama scrivere sia la musica che i testi delle nostri canzoni. Crediamo che in 'Lp1' sia venuto fuori tutto il nostro amore per le british-band dell'ultimo periodo – gente come Libertines e Babyshambles – ma anche una certa vena 'pop'. Con quel termine non voglio dire che ci siamo messe a cantare come certe noiose artiste della scena francese ma, insomma, le nostre voci sono 'pop' e piene di coretti. In fondo anche il nostro mito Serge Gainsbourg era un artista popolare, ai suoi tempi…”.

Quali sono le vostre influenze principali? Avete mai ascoltato, per esempio, il primo album delle Elastica (“Elastica” del '95)? Sapete, ogni tanto salta fuori una band di sole ragazze invaghite di un certo tipo di new-wave…
“Spiacente ma tutto ciò che abbiamo scoperto dei cosiddetti 'gruppi al femminile' tipo le Elastica o le Slits è stato successivo alle registrazioni del CD… I giornalisti continuavano a ripeterci certi nomi, tra cui anche Blondie e B'52s, e noi ci siamo incuriosite a tal punto da riscoprire quei dischi. L'analogia, in effetti, c'è ma le Plastiscines restano una band del nuovo millennio. Moderna”.

Suonate delle cover dal vivo per rimpinguare il vostro esiguo repertorio?
“Facciamo spesso 'These Boots Are Made For Walking' di Nancy Sinatra, un pezzo che adoriamo tantissimo. La registreremo mai? Non sappiamo che dirti: l'abbiamo provata una sola volta in studio e per il momento resta lì nel cassetto. Dovrete venirci a sentire in un locale per ascoltarla (risatine, Ndr)!”.

A proposito: quando passerete a trovarci in Italia? E con lo studio come farete?
“Stiamo organizzando alcune date europee proprio in questi giorni: sicuramente suoneremo anche nel tuo paese ma, per maggiori informazioni, ti conviene consultare il nostro sito ufficiale… La scuola? Beh, attualmente ci siamo prese un break per stare dietro ai nostri impegni artistici. Siamo tutte diplomate e ad ottobre cominceremo ad andare all'Università…”.

Cosa non sopportate della musica contemporanea, cantanti francesi a parte?
“La scena hip-hop e RnB del nostro paese; e comunque, non è che non la sopportiamo, semplicemente non ci interessa… Poi, riguardo alle Plastiscines, si fa un gran parlare di musica e fashion come se si trattasse di un unico prodotto. Ok, la moda è importante ma, nel nostro caso, quel che più conta è saper scrivere canzoni…”.

Sapete che in rete è attivo un “MySpace” in cui si pubblicizza un certo “Movimento Anti-Plasticines”? Commenti?
“(In coro, Ndr) Ne siamo orgogliose! In fondo si tratta pur sempre di gente che spende gran parte del loro tempo per fare pubblicità a noi… E forse qualcuno di questi simpaticoni pensiamo pure di conoscerlo: sai, sono storie di reciproca antipatia tra band parigine rivali. Scaramucce di poco conto…”

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