Giacomo Spazio ha raccontato la sua visione della Milano del 2020 e di come questa città lo abbia aiutato come artista nell’intervista a Notizie.it | Milano.
– Sei un pioniere della grafica, delle label indipendenti, della street art e di conseguenza un maitre a pensaire . Raccontaci brevemente cosa ti ha spinto in questa direzione. Non hai limite di tempo o di battute.
Lo dico sinceramente, non sono pioniere in nulla. I pionieri (quelli che conosco io almeno), erano i bambini in età scolastica nella Jugoslavia comunista di Tito. Per il resto non sono mai stato nulla se non in relazione con gli altri che si sono sacrificati per farmi emergere quel poco necessario per riuscire a mantenermi al di fuori della Milano basica e sottoproletaria di Quarto Oggiaro.
Quartiere subsonico in cui sono fiero di essere nato.
– Le cose che hai fatto sono partite da Milano in una Milano che aveva meno soldi e meno mezzi mediatici rispetto ad oggi però oggi sembra meno creativa o per lo meno la mia impressione è che oggi sia tutto un riproporre e non un proporre.
Cosa ne pensi al riguardo?
Credo che ogni ciclo vitale possieda la sua propria capacità di espressione, escludendo per ragioni anagrafiche i così detti “vecchi”. Milano come sempre, anche oggi, risplende di proposte di grande creatività che vanno da Chiara Ferragni a Miss Keta, da Inverno Muto ai No Text, da Lorenzo Senni a Ghitto, da Martina Merlini a Mattia Turco, da Bean a Solomostry e mi scuso con tutte le persone che forgiano il carattere di questa città che non cito per motivi di spazio e con quelle che ancora non conosco.
– Pensi che l’essere a Milano ti abbia favorito o magari saresti riuscito a fare le stesse cose in un’altra città qualsiasi d’Italia? Questa domanda la pongo a tutti perché sembra che a Milano ci siano degli ingredienti che favoriscono le persone intraprendenti ma magari non é così per te ma nel caso lo fosse sai individuare questi ingredienti?
Io questa città la trovo assolutamente bellissima, sia perchè ti puoi nascondere e farti i cazzi tuoi senza che nessuno sappia nulla di nulla di te, se non una cerchia ristretta di persone e questo è il mio caso, sia se uno vuole darsi in pasto alla massa per ottenere il grande successo.
– Milano é una città sempre in cambiamento e di corsa che sembra cercare di non farsi intrappolare dal passato e così spesso si trova a dover scegliere davanti un bivio. Secondo te il bivio prossimo o attuale quale é?
Sinceramente non saprei.
Io sono nato il 1 Maggio e possiedo dei tempi tutti miei, quasi da bradipo. Ma se proprio devo pensare verso dove deve spingersi questa città o meglio chi la amministra, l’unica cosa che deve fare è vietare quanto prima e totalmente l’uso delle auto private a favore della condivisione dei mezzi cittadini, siano essi bici, moto, auto, taxi e quanto altro.
Poi deve smettere immediatamente di cementificare il territorio e per i prossimi 100 anni, per ogni edificio che deve essere abbattuto (qualsiasi ne sia la causa), deve fare sorgere al suo posto, un oasi di verde pubblico per la nostra gioia visiva e fisica!
Leggi anche la precedente intervista della rubrica Bella Milano