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L’alopecia androgenetica è una condizione di carattere patologico, che oggi colpisce sempre più persone nel mondo, costantemente alla ricerca di metodi efficaci per curarla, così limitandone il disagio estetico ed emotivo. Nel 2025, le tecniche sono tantissime, ma il Protocollo bSBS di HairClinic sembra avere la meglio nel debellarla in modo profondo e completo. In poche parole: efficace e duraturo.
Cos’è l’alopecia androgenetica
L’alopecia androgenetica è, forse, la forma di perdita dei capelli più conosciuta e diffusa. Progressiva e non reversibile è dovuta a una combinazione di fattori esogeni ed endogeni, che agiscono sull’organismo, finendo per alterare il normale ciclo di vita dei capelli e la produttività dei follicoli, portando alla caduta della chioma e alla formazione di aree glabre sul cuoio capelluto.
Cosa causa l’alopecia androgenetica
Come d’altronde suggerisce il suo nome, alla base dell’alopecia androgenetica vi è una predisposizione genetica dell’individuo, che determina la sensibilità dei suoi follicoli piliferi all’azione degli ormoni androgeni, come il diidrotestosterone (DHT).
Il DHT legandosi ai recettori follicolari, causa dapprima un’alterazione del ciclo di vita dei capelli – con rallentamento della fase di anagen (crescono con più fatica) – poi una miniaturizzazione dei follicoli, che si mostra con un evidente assottigliamento dei fusti e una riduzione la densità della chioma, della quale aumenta anche la caduta. Se l’alopecia androgenetica non viene fermata tempestivamente nella sua progressione, può finire per cicatrizzare i follicoli, rendendoli per sempre atrofici e improduttivi.
Negli uomini, a causa del maggiore quantitativo di androgeni che circola nell’organismo, l’alopecia androgenetica tende a manifestarsi con più intensità, mentre nelle donne, la minore presenza di questi ormoni fa si che la calvizie sia meno grave.
Tuttavia, accanto ai fattori genetici, altri elementi come lo stress, una dieta carente (di ferro, zinco, minerali, biotina, vitamine B, C, D ed E), l’inquinamento e infiammazioni del cuoio capelluto come quelle dovute a dermatiti, psoriasi, eczemi, azione della Prostaglandina D2, possono accelerare la caduta dei capelli e peggiorare la condizione.
Alopecia androgenetica: lo scenario delle cure nel 2025
Dalla moltitudine di cause che rappresentano l’alopecia androgenetica maschile e femminile emerge che, per curarla al meglio, è necessario un approccio completo, che vada a indagare e trattare la sua natura multifattoriale.
Nel 2025 i rimedi più comuni sono:
- Farmaci anticalvizie, come Minoxidil e Finasteride.
- Trapianto di capelli, oggi praticato sempre più con la tecnica FUE (Follicular Unit Extraction).
- Terapia Laser a Bassa Intensità (LLLT).
- PRP (Plasma Ricco di Piastrine). Un metodo che, antesignano dell’odierno bSBS, utilizza iniezioni al plasma ricco di fattori di crescita del paziente, per la rigenerazione autologa dei follicoli.
Tuttavia, per affrontare l’alopecia androgenetica in modo davvero mirato, serve intervenire con un approccio integrato, che consideri tutte le cause della malattia. È qui che entra in gioco il Protocollo bSBS di HairClinic.
Protocollo bSBS come funziona
Il Protocollo bSBS, di Bio Stimolazione Bulbare Sinergica, utilizza un modus operandi completo per “aggredire” l’alopecia androgenetica da qualunque lato la si guardi. Esso combina l’uso di oltre 16 tecnologie avanzate a 5 fasi d’intervento modulate sulle esigenze di cura calvizie del paziente, per agire in maniera potente e mirata sul blocco dell’invecchiamento cellulare precoce, della miniaturizzazione follicolare e dell’infiammazione (Prostaglandina D2). L’obiettivo? Promuovere un’azione riparativa e rigenerativa del follicolo davvero intensa, che migliora la struttura dei capelli e la densità visiva della chioma, con effetti sul lungo periodo.
Totalmente privo dell’uso di chirurgia e composto da una sessione ad alta densità di circa 2-3 ore, il Trattamento Rigenerativo Inclusivo e Multidisciplinare è affiancato da una Fase Auxologica Follicolare di follow-up personalizzato, che include periodiche visite di controllo, l’uso di integratori nutraceutici e di terapie topiche altamente performanti – perché composti su misura del paziente, in base ai dati ottenuti nella Fase 1 di Analisi – così da stabilizzare i risultati della Terapia. Pensare, infatti, al Protocollo di Medicina Rigenerativa Inclusiva senza la terapia farmacologica, è come pensare a un’auto senza una ruota, dunque non è coerente per il suo pieno successo, purché i composti nutraceutici prescritti lo siano sempre pensando a un contesto multidisciplinare, ampio e completo.