La Procura di Milano chiede il processo per architetti di fama. Accuse gravi nel caso della Biblioteca Europea.

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Un progetto emblematico per Milano, un bando da 8,6 milioni di euro finanziato con i fondi del Pnrr. Ma ora, la situazione si complica. La Procura di Milano ha inoltrato sei richieste di rinvio a giudizio, coinvolgendo nomi di spicco dell’architettura italiana: l’architetto Stefano Boeri, presidente della Triennale, ed il collega Cino Zucchi. Le accuse? Turbativa d’asta e false dichiarazioni.
Il concorso internazionale per la Beic
Il fulcro dell’indagine è il concorso internazionale per la realizzazione della Biblioteca Europea di Informazione e Cultura (Beic), che dovrebbe sorgere nell’area di Porta Vittoria e aprire le porte nel prossimo anno. Secondo le indagini, la commissione giudicatrice, con Boeri e Zucchi tra i membri, avrebbe favorito un gruppo di ex allievi e collaboratori. Tra questi, gli architetti Pier Paolo Tamburelli, Angelo Raffaele Lunati e Giancarlo Floridi, vincitori con i loro studi Baukuh, Onsitestudio e SCE Project.
Conflitti di interesse e trasparenza
Nel fascicolo dell’inchiesta compare anche Andrea Caputo, progettista terzo classificato. La Procura sostiene che il concorso fosse compromesso da un conflitto di interessi. Rapporti professionali non dichiarati avrebbero, infatti, minato la trasparenza della selezione. Una questione che solleva interrogativi inquietanti sul processo decisionale.
Le reazioni degli accusati
“Ho appreso dai media della richiesta di rinvio a giudizio per la vicenda Beic”, ha commentato Boeri. “Confermo la mia fiducia nella Magistratura. I miei legali stanno predisponendo una memoria difensiva per l’udienza preliminare del Tribunale di Milano”. Una situazione delicata per un architetto di fama internazionale, famoso per opere come il Bosco Verticale e una figura centrale nella cultura milanese.
Interdizioni e futuri sviluppi
Boeri e Zucchi erano già stati interdetti dalle commissioni pubbliche lo scorso febbraio. Ora, dopo l’accusa, la palla passa al giudice per l’udienza preliminare. In questo clima di tensione, per una delle indagate, Manuela Fantini, è stata richiesta l’archiviazione. E gli imputati? Finora nessuno ha scelto riti alternativi, lasciando aperta la questione su come si evolverà questa complessa vicenda.
Un caso che scuote Milano
Il caso Beic non è solo una questione di architettura, è un simbolo di qualcosa di più grande. Rappresenta il conflitto tra il potere e la trasparenza, tra il sogno di un progetto culturale e le sue ombre. Milano osserva, e la domanda resta: quali saranno le ripercussioni per il futuro dell’architettura nella città?