Il processo per l'omicidio di Ravasio si intensifica con rivelazioni scioccanti e tensioni in aula.

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Oggi, lunedì 16 giugno, si è svolta una seduta cruciale presso la Corte d’Assise del Tribunale di Busto Arsizio, dove Fabio Oliva, uno degli otto imputati per l’omicidio di Fabio Ravasio, ha rotto il silenzio. Ravasio, 52 anni, è stato tragicamente ucciso il 9 agosto 2024 mentre pedalava tra Casorezzo e Parabiago, travolto da un’auto. Un caso che ha scosso la comunità e ha acceso i riflettori su un presunto piano omicida orchestrato dalla compagna di Ravasio, Adilma Pereira Carneiro.
Le dichiarazioni di Fabio Oliva
“Pagherò per quanto fatto”, ha esordito Oliva, dichiarando di essere pronto a fronteggiare le conseguenze delle sue azioni. “Saranno i giudici a stabilire la mia pena, ma la mia coscienza mi porta a pensare a un risarcimento: voglio aprire una casa famiglia per bambini”. Le sue parole hanno risonato in aula, evidenziando il conflitto interiore di un uomo coinvolto in una vicenda drammatica.
Un piano omicida?
Secondo l’accusa, l’omicidio di Ravasio non è stato un incidente, ma un crimine premeditato. Adilma, complice di Oliva, avrebbe orchestrato tutto per motivi legati all’eredità. Gli avvocati difensori, Federico Bonzi e Massimo Schieppati, sostengono che il ruolo di Oliva sia marginale e privo di premeditazione. “Quando mi presentai a casa di Adilma, lei mi chiese di sistemare la sua Opel Corsa, ma non presi sul serio le sue parole. Pensavo fosse solo uno sfogo”, ha raccontato Oliva.
Il giorno del delitto
La fatidica giornata del 9 agosto si svela attraverso le parole di Oliva. Dopo aver sistemato il faro e la batteria della vettura, si è recato sul luogo dell’incidente, ignaro di ciò che sarebbe accaduto. “Non avrei mai pensato che quella strada sarebbe diventata teatro di un omicidio”, ha dichiarato, con un brivido di angoscia. Poche ore dopo, il ritorno a casa e la scoperta della ciocca di Ravasio sul parabrezza hanno lasciato un segno indelebile nella sua mente.
Testimonianze e retroscena
In aula, anche Francesco Della Malva ha fornito la sua testimonianza. Figlio del defunto marito di Adilma, ha rivelato una complessa rete di relazioni familiari e conflitti legati all’eredità. La sua presenza ha messo in luce ulteriori dinamiche: “Adilma mi chiese di fare un passo indietro rispetto all’eredità, ma lei stessa non lo fece”, ha affermato, accentuando le tensioni che circondano il caso.
Prossimi sviluppi del processo
Il processo continua a riservare sorprese. Il 7 luglio si prevedono nuove udienze, durante le quali parleranno l’amante di Adilma e altri testimoni chiave. La tensione è palpabile, e le domande sul movente e sulle responsabilità rimangono senza risposta. Cosa accadrà ora? Il mistero si infittisce, e la comunità attende con trepidazione la verità.