Sei esponenti dell'estrema destra sono sotto inchiesta per un corteo a Milano.

Argomenti trattati
Sei esponenti dell’estrema destra sono finiti sotto inchiesta a Milano, dopo la commemorazione di Sergio Ramelli, militante del Fronte della Gioventù assassinato nel 1975. Il 29 aprile, in via Paladini, circa duemila persone hanno partecipato a un corteo in onore di Ramelli, con braccia tese e saluti romani davanti alla targa a lui dedicata.
La commemorazione e l’identificazione
La Digos ha identificato sei volti tra la folla. La procura ha aperto un’indagine formale, passando da un fascicolo «contro ignoti» a un modello 21. L’ipotesi è quella di violazione della legge Scelba, poiché le manifestazioni sembrano riconducibili al disciolto partito fascista. Il clima era teso, con manifestanti provenienti da tutta Italia: Sicilia, Calabria, Veneto e Friuli. I militanti, con tatuaggi e simboli evidenti, indossavano bomber neri e sventolavano uno striscione che recitava: “Onore ai camerati caduti”.
Indagini e sviluppi futuri
Ma non è finita qui. Per il corteo del 2024 sono già 27 le persone indagate, portando a oltre trenta i coinvolti nelle inchieste avviate tra l’anno scorso e quest’anno. La sostituta procuratrice generale, Olimpia Bossi, ha espresso preoccupazione. “Il rischio concreto è che si ricostituisca un gruppo organizzato che si richiama all’ideologia fascista”, ha detto durante una recente udienza. Al contempo, la procura ha fatto appello contro l’assoluzione di 23 imputati per un corteo simile nel 2019. Due linee divergenti si confrontano nei tribunali.
Il verdetto atteso e le sue implicazioni
Il prossimo 11 luglio si attende un verdetto che potrebbe avere ripercussioni sulle indagini future. L’attenzione è alta, e il clima è infuocato. La società civile osserva, in attesa di capire se l’ideologia fascista possa tornare a trovare spazio nel dibattito pubblico. Ma cosa succederà ora? La tensione si fa palpabile, e il futuro è incerto.