Quattro attività chiuse temporaneamente per violazioni sugli orari del plateatico.

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La decisione della questura di Milano
Mercoledì 12 marzo, la questura di Milano ha emesso una decisione controversa, sospendendo le licenze di quattro locali situati nel cuore della movida milanese. I titolari dei locali, tra cui il Cimmino 104, la gelateria Ice Bound, il Garibaldi 111 S.R.L e il Moma, si sono sentiti discriminati, poiché la sospensione non è stata motivata da questioni di ordine pubblico, ma piuttosto dalla mancata osservanza degli orari di utilizzo del plateatico.
Cos’è il plateatico e le sue regole
Il plateatico è uno spazio pubblico concesso ai titolari di attività commerciali per posizionare arredi leggeri all’esterno dei loro locali. A differenza dei dehors, non prevede strutture fisse. Tuttavia, l’utilizzo del plateatico è soggetto a regolamenti specifici, che stabiliscono orari e modalità di utilizzo. In questo caso, i locali coinvolti hanno violato le ordinanze comunali, utilizzando il plateatico oltre l’orario consentito, che varia a seconda delle zone della città.
Le sanzioni e le polemiche
La sospensione delle licenze, che durerà tre giorni per ciascun locale, è stata notificata dagli agenti del commissariato Garibaldi Venezia. I titolari dei locali hanno ricevuto più sanzioni tra giugno e novembre 2024 per inosservanza delle regole. Ad esempio, il Cimmino 104 è stato multato per la somministrazione di bevande alcoliche oltre l’orario consentito, che nella zona è fissato fino alle 22. Le polemiche non si sono fatte attendere, con i titolari che lamentano una disparità di trattamento rispetto ad altre attività commerciali.
Impatto sulla movida milanese
Questa decisione della questura solleva interrogativi sull’impatto che avrà sulla movida milanese. La chiusura temporanea di locali noti potrebbe influenzare l’afflusso di clienti e, di conseguenza, l’economia della zona. I residenti, da un lato, potrebbero apprezzare il rispetto delle regole per garantire tranquillità e riposo, ma dall’altro, i titolari dei locali temono che queste misure possano danneggiare la loro reputazione e il loro business. La questione si inserisce in un dibattito più ampio sulla gestione degli spazi pubblici e sulla necessità di trovare un equilibrio tra le esigenze dei residenti e quelle degli imprenditori.