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Omicidio a Cesano Boscone: condanna per Antonio Iannetti

Un incontro chiarificatore tra zio e nipote si trasforma in una tragedia a Cesano Boscone.

Antonio Iannetti condannato per omicidio a Cesano Boscone
Antonio Iannetti, condannato per l'omicidio avvenuto a Cesano Boscone.

Il contesto dell’omicidio

La notte tra il 25 e il 26 marzo dello scorso anno, un incontro che avrebbe dovuto chiarire le tensioni familiari si è trasformato in una tragedia a Cesano Boscone. Antonio Iannetti, un trentenne originario della provincia di Foggia, ha accoltellato a morte il suo zio, Roberto Parisi, in un parcheggio di via Don Luigi Sturzo. L’episodio ha scosso la comunità locale, evidenziando come le dinamiche familiari possano degenerare in violenza.

La condanna e il processo

Il giudice dell’udienza preliminare di Milano, Giulio Fanales, ha emesso una condanna di 14 anni e 2 mesi di reclusione per Iannetti, che ha scelto il rito abbreviato. La richiesta del pubblico ministero, Eugenia Bianca Maria Baj Macario, era di 16 anni, senza attenuanti. Durante il processo, Iannetti ha raccontato che il litigio era iniziato per discutere della relazione tra la sua ex compagna e lo zio, ma la situazione è rapidamente degenerata in violenza.

La dinamica dell’omicidio

Secondo la testimonianza di Iannetti, l’incontro era nato con buone intenzioni, ma un pugno ricevuto dallo zio ha scatenato la sua reazione. “Ho preso il coltello a serramanico e l’ho colpito”, ha dichiarato, descrivendo le coltellate inflitte al collo e al torace. L’imputato ha espresso il suo rammarico, affermando che voleva solo chiarire la sua posizione e che la situazione era sfuggita al suo controllo. Dopo l’accaduto, si è costituito ai carabinieri, mostrando un certo senso di responsabilità per l’atto compiuto.

Le conseguenze di un gesto estremo

Questo tragico evento ha messo in luce le fragilità delle relazioni familiari e come, a volte, le incomprensioni possano portare a conseguenze irreparabili. La comunità di Cesano Boscone si interroga su come prevenire simili episodi in futuro, sottolineando l’importanza della comunicazione e del dialogo all’interno delle famiglie. La condanna di Iannetti rappresenta non solo una punizione per il suo gesto, ma anche un monito per tutti coloro che si trovano in situazioni di conflitto.

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