Scoperta una rete di irregolarità fiscali e sfruttamento di lavoratori a Milano.

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Il sequestro di 46,8 milioni di euro
Recentemente, il gip di Milano, Luca Milani, ha convalidato un sequestro preventivo di 46,8 milioni di euro nei confronti di Dhl Express Italy Srl, un’operazione disposta dai pubblici ministeri Paolo Storari e Valentina Mondovì. Questo provvedimento è il risultato di un’indagine approfondita che ha rivelato presunti illeciti fiscali legati all’Iva, risalenti al periodo compreso tra il 2019 e il 2023. La società, parte del colosso tedesco Deutsche Post, è accusata di aver attuato pratiche fraudolente per eludere le normative fiscali italiane.
Irregolarità nella somministrazione di manodopera
Le indagini hanno messo in luce che Dhl Express Italy avrebbe mantenuto il controllo operativo tipico di un datore di lavoro, senza però assumersi gli oneri legati agli stipendi, ai contributi e ai contratti di lavoro. Questo ha portato a un’irregolare somministrazione di manodopera, con l’impiego di cooperative e Srl che avrebbero violato le normative sul lavoro. In particolare, sono emerse irregolarità in 15 delle 51 aziende appaltatrici coinvolte, con violazioni riguardanti la sicurezza, la formazione e l’omessa sorveglianza sanitaria.
Scoperta di sfruttamento lavorativo
Un altro aspetto inquietante dell’indagine riguarda lo sfruttamento di lavoratori. In uno degli hub di Dhl situato in provincia di Milano, sono stati scoperti sette lavoratori, tre dei quali impiegati in nero. Questa situazione ha portato all’accusa di caporalato, un fenomeno che continua a rappresentare una grave violazione dei diritti dei lavoratori. Le autorità stanno ora valutando le implicazioni di queste scoperte e le responsabilità delle aziende coinvolte, mentre la questione della legalità nel settore della logistica e dei trasporti torna a essere al centro del dibattito pubblico.