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Aggressione a Arese: ultras arrestati per pestaggio a consigliere comunale

Un episodio inquietante di violenza legata a ideologie estreme nel nord di Milano

Arresto di ultras dopo aggressione a consigliere comunale ad Arese
Ultras arrestati per il pestaggio di un consigliere comunale ad Arese.

Un’aggressione violenta che scuote Arese

Il 28 settembre scorso, la tranquilla cittadina di Arese, situata nell’hinterland milanese, è stata teatro di un’aggressione che ha suscitato indignazione e preoccupazione. Quattro ultras, ritenuti vicini a gruppi di estrema destra, hanno aggredito il consigliere comunale Pietro Polonioli e un altro giovane, scatenando un pestaggio che ha lasciato il segno. L’episodio è avvenuto mentre i due ragazzi tentavano di cancellare una scritta offensiva, “Diffidati U/A 17”, apposta su un muro da membri del tifo organizzato.

Le indagini e gli arresti

Le indagini condotte dai carabinieri hanno portato all’arresto di due dei presunti aggressori, di 22 e 25 anni, posti agli arresti domiciliari. Altri due giovani, entrambi di 23 anni, sono stati indagati a piede libero. Tutti sono accusati di lesioni personali volontarie e minacce aggravate. Secondo le autorità, l’aggressione sarebbe stata motivata da questioni ideologiche, legate alla cancellazione della scritta ultrà, che rappresenta un simbolo di appartenenza a un gruppo di estrema destra.

Il racconto dell’aggressione

La notte dell’aggressione, Polonioli e il suo coetaneo si trovavano all’angolo tra le vie Gran Paradiso e Sempione quando sono stati avvicinati dai quattro ultras. Mentre Polonioli è riuscito a fuggire, l’altro ragazzo è stato bloccato e costretto a seguirli nel “Parco Blu”, dove è stato sottoposto a un vero e proprio interrogatorio. Gli aggressori hanno minacciato il giovane, imponendogli di non denunciare l’accaduto e di rifare la scritta. L’aggressione ha avuto conseguenze serie: il ragazzo ha dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso, riportando una prognosi di 20 giorni.

Le conseguenze legali e la scoperta di armi

Le misure cautelari, firmate dal gip del tribunale di Milano, sono state eseguite dai carabinieri di Arese, che hanno anche perquisito le abitazioni dei sospetti. Durante le perquisizioni, sono state rinvenute armi improprie, tra cui un tirapugni, una pistola ad aria compressa, coltelli a serramanico e bastoni. Tutti gli oggetti sono stati sequestrati, insieme a dispositivi e materiale informatico, che saranno esaminati per ulteriori indagini. Questo episodio non solo evidenzia la violenza legata a ideologie estremiste, ma solleva anche interrogativi sulla sicurezza e la tolleranza nella comunità.

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