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La sospensione della Cittadella della Scala è oggetto di una disputa legale con l’azienda perdente, la quale sostiene di essere stata eliminata ingiustamente dal concorso

Il consorzio Cadel ha sollevato una questione legale riguardando l’appalto per la Grande Fabbrica della Scala, a seguito della loro esclusione da una competizione in cui erano risultati primi. Questa decisione è stata presa in base ad un bando europeo del valore di 25 milioni di euro, che il consorzio ritiene ingiustamente applicato. La società ha rinunciato a chiedere la sospensione dei provvedimenti contestati, a patto che il caso venisse assegnato a giudici per un’udienza immediata, fissata per il 6 novembre. Quindici aziende hanno partecipato alla gara per la realizzazione della Cittadella del Piermarini, un progetto che mira a unificare depositi e laboratori teatrali in un’unica sede nel quartiere Rubattino. La classifica è stata stabilita il 6 giugno dalla commissione giudicante, sommando i punteggi delle offerte tecniche ed economiche. Al primo posto si è classificata Cadel con 79,77 punti, seguita da Gedi Group con 75,91 e da Paco Pacifico Costruzioni spa con 74,22. Tuttavia, il gestore del progetto ha richiesto ulteriori indagini sulla validità dell’offerta di Cadel, notando uno scostamento significativo nelle spese relative ai materiali e al trasporto. Allo stesso modo, Gedi Group è stata chiesta di fornire dettagli sulla documentazione relativa ai costi del lavoro. A seguito delle verifiche, l’offerta di Cadel è stata dichiarata “non affidabile”, mentre quella di Gedi è stata considerata in conformità con i costi del lavoro e le retribuzioni minime stabilite dalla legge.

Risultato: Cadel è stata esclusa e l’appalto è stato assegnato a Gedi. Il verdetto ha provocato polemiche tra i perdenti, che hanno menzionato una “grave irregolarità”. Le accuse rivolte all’ente appaltante riguardavano principalmente il presunto ribasso del “16,6%” sul costo del lavoro effettuato da Gedi Group, che avrebbe creato una discrepanza di costi (-820.421 euro) e di ore lavorative (-26.892) che non è stata adeguatamente valutata da chi ha assegnato l’appalto. Questa controversia ha spinto i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil a chiedere delle spiegazioni durante un incontro svoltosi in Prefettura il 25 luglio scorso. Secondo il Comune, stando alla delibera approvata di recente, le procedure sono state osservate correttamente: “In base alle dichiarazioni e ai documenti forniti dal settore Appalti di opere pubbliche, il reclamo risulta infondato”.

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