Fronteggiando una parete di fuoco e senza alcuna via di fuga, è così che si sono estinti i tre giovani nel disastro dell’incendio. Il fatale evento si verificò giovedì sera in una sala espositiva di Via Ermenegildo Cantoni. Le vittime furono un 17enne, sua sorella di 18 anni e un altro ragazzo di 24 anni. Solo poche ore prima, i proprietari dello spazio espositivo avevano segnalato minacce e un tentativo di estorsione.
L’incidente corrispondeva a un autentico incubo, un dedalo di fuoco e fumo senza vie di fuga. Il cancello principale era bloccato dal fuoco e non c’era uscita posteriore. Perirono così i tre ragazzi che incontrarono la morte nell’atroce incendio in uno showroom in Via Ermenegildo Cantoni, 3, dove erano in mostra mobili e diversi macchinari industriali. La situazione di emergenza iniziò alle 23, quando le fiamme iniziarono ad incendiare l’entrata del luogo, il quale mostrava il nome “Wang”, una società connessa a due imprenditori cinesi, anche se di recente sembrava esserci un variamento nella gestione.
C’era poco da fare per Pan An, 24 anni, Dong Yndan, 18 anni e il suo fratello, che avrebbe compiuto 18 anni a breve. I vigili del fuoco i trovarono senza vita nel retro del locale, apparentemente un magazzino. Il motivo probabile della loro morte furono le esalazioni tossiche provenienti dall’incendio. L’incendio, si sospetta sulla base delle prime indagini, potrebbe essere stato intenzionale. Infatti, si afferma che il titolare dell’azienda poco tempo prima della tragedia aveva denunciato minacce di un uomo che chiedeva soldi.
Nonostante l’ispezione iniziale da parte del nucleo investigativo antincendio dei vigili del fuoco di Milano, non si sono ancora ottenute risposte definitive. I primi cinque o sei metri dello showroom, che non presentava uscite sul retro e possedeva un soppalco con finestre sbarrate, sono stati totalmente devastati, con il pavimento ricoperto di rottami. Ora, questi detriti devono essere rimossi per condurre indagini più dettagliate in grado di rilevare possibili segni di acceleranti.
L’origine dell’incendio è certamente nella parte anteriore del fabbricato, dove si trova anche il pannello elettrico, ma il punto preciso non è ancora stato determinato. Pertanto, tutte le teorie rimangono valide, dall’incendio doloso a quello accidentale, anche se le presunte minacce riportate dal proprietario gettano un’ombra di sospetto sull’incendio.
E questo non è l’unico enigma. Secondo le ricostruzioni fino ad ora, i tre giovani non avevano alcun legame formale con lo showroom. Nessuno di loro sembrava essere imparentato con i proprietari e, soprattutto, sembra che nessuno avesse un contratto di lavoro con l’azienda. Perché, quindi, erano nel negozio quella fatidica sera? Lo stesso negozio in cui hanno perso la vita, intrappolati mentre cercavano di fuggire dalle fiamme.