La storia che Ivano Ghidoni, un pompiere di 46 anni da Cesate che lavora presso la stazione dei pompieri di Milano Sardegna racconta, parla di un incidente avvenuto il 2 gennaio 2024 in cui, assieme alla sua compagna Debora Palmisano, anch’essa originaria di Cesate e professionista nel campo medico come anestesista, si è distinto per aver salvato tre individui coinvolti in un incidente automobilistico a Colico, vicino a Piona. L’auto in cui viaggiavano era precipitata nell’acqua del Lago di Como.
Dopo il salvataggio, Ghidoni ha ricevuto molte chiamate da amici, familiari, colleghi e giornalisti. Addirittura, la sindaca di Colico si è personalmente fatta sentire per estendere i ringraziamenti. Ghidoni, tuttavia, afferma di non aver mai pensato di se stesso come un eroe: stava semplicemente svolgendo il suo lavoro, sebbene in quel momento non stesse indossando la sua uniforme.
Qualche settimana dopo il salvataggio, mentre Ghidoni era in vacanza, un funzionario del comune di Cesate lo ha contattato per informarlo che a lui e a Palmisano sarebbe stata conferita la Civica Benemerenza. Questa notizia ha colto di sorpresa ed ha piacevolmente impressionato entrambi.
Il sindaco Roberto Vumbaca ha personalmente consegnato questa certificazione ai due cittadini di Cesate, l’atto eroico è stato celebrato in una cerimonia ed è servito anche come momento per ripercorrere quel giorno drammatico. Ghidoni ha ricordato di come fosse sul piazzale dell’abbazia di Piona quando ha sentito un forte rumore, simile a quello causato da una grossa pietra che cade. Successivamente alle urla di aiuto é corso verso il luogo dell’incidente avendo capito che c’era qualcuno in pericolo. Ha poi subito allertato il 112, indicando che era un pompiere di Milano e descrivendo la situazione sul posto, prima di tuffarsi nel lago e raggiungere l’auto sommersa con due uomini e una donna intrappolati al suo interno.
Ivano ha portato all’aperto gli individui e li ha consegnati a Debora, la sua compagna. Con un’esperienza di 15 anni come anestesista rianimatrice, Debora ha gestito in modo eccellente la cura di tre persone. Non si è mai tirata indietro, ha invece offerto il suo incoraggiamento a Ivano quando ha visto che aveva difficoltà a soccorrere il coniuge della donna. La donna è deceduta immediatamente, mentre il marito è spirato dopo 22 giorni. L’unico sopravvissuto ha desiderato fare la conoscenza di Ivano e Debora. ‘È stata un’occasione indimenticabile, continuava a piangere e a ringraziarci. Le figlie della coppia hanno deciso di donare gli organi del padre. Nonostante il nostro sforzo non sia riuscito a preservare la sua vita, lui ne ha salvate molte altre’.