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San Siro, spunta un rinvio per il ricorso presentato dal Comune sullo Stadio

Il dossier sullo stadio di San Siro è stato assegnato al giudice del Tar. Si indaga sulla sua competenza nel ricorso.

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Il Comune di Milano ha presentato un ricorso al Tar riguardante San Siro, e il giudice assegnato al caso sta cercando di determinare la sua competenza nel giudizio.

C’è incertezza sul fatto che il giudice del Tar assegnato al dossier sullo stadio di San Siro sia effettivamente competente per valutare il ricorso presentato dal Comune di Milano contro i pareri della sovrintendenza riguardo al possibile vincolo che potrebbe entrare in vigore nel 2025.

La decisione del Presidente del Tar

Per risolvere questo dubbio, il presidente del Tar della Lombardia si pronuncerà entro il 5 dicembre, potenzialmente assegnando la causa a una sezione specializzata. La decisione è stata presa dal giudice Stefano Celeste Cozzi, della seconda sezione del Tar, durante l’udienza del 21 novembre, in cui si discuteva della richiesta di sospensiva avanzata da Palazzo Marino.

Nonostante ciò, l’amministrazione comunale ha ancora la possibilità di rinunciare alla richiesta di sospensiva e attendere direttamente il giudizio di merito.

La questione ha origine dai pareri espressi dalla sovrintendenza e dalla commissione regionale per il patrimonio della Lombardia, sollecitati dal Comune di Milano a luglio 2023.

La questione dell’abbattimento dello Stadio di San Siro e il vincolo culturale

Questi pareri riguardano la possibilità che, nel 2025, venga applicato un vincolo culturale al secondo anello di San Siro, 70 anni dopo la sua costruzione. I pareri confermano l’esistenza di un interesse culturale sul secondo anello, implicando che dal 2025 non sarà più possibile demolire il Meazza per costruire un nuovo stadio accanto, come previsto nei progetti di Milan e Inter.

L’abbattimento era programmato per il 2027, coincidendo con le Olimpiadi invernali del 2026 che si svolgeranno proprio nello stadio milanese. Il Comune di Milano sostiene che il vincolo culturale sul secondo anello limiterebbe significativamente la possibilità di interventi edilizi sullo stadio, esponendo l’amministrazione a possibili e considerevoli spese di gestione per mantenere in piedi un’infrastruttura vuota nel caso in cui Milan e Inter costruissero i propri stadi altrove.

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