Dopo due anni, i clienti russi e ucraini più facoltosi tornano in Italia
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Nel Quadrilatero della moda arriva un segnale di ripresa del settore e non solo: dopo due anni, gli indirizzi della moda milanese tornano ad essere frequentati da russi ed ucraini.
Shopping di lusso nel Quadrilatero: qualcosa sta cambiando
Le restrizioni della pandemia, la crisi ucraina e le relative sanzioni a Mosca hanno cambiato le abitudini dei due popoli est europei. Nelle ultime due settimane, però, qualcosa sta cambiando in via Monte Napoleone, via Manzoni, via della Spiga e corso Venezia: il presidente del Montenapoleone district, Guglielmo Miani, annuncia il ritorno di alcuni clienti russi e ucraini.
Shopping di lusso nel Quadrilatero: la classifica aggiornata
Mentre i russi aggirano il divieto di volo verso l’Unione europea, gli ucraini scappano dalla guerra. Miani afferma: “Osserviamo l’inizio di un nuovo arrivo di clientela dai due Paesi in guerra: quella che ha scelto, nel caso russo, o che è riuscita, in quello ucraino, a lasciare il Paese”.
A differenza di due anni e mezzo fa, la top ten dei clienti del distretto della moda milanese è cambiata. Se prima in vetta alla classifica c’erano Cina, Russia e Stati Uniti, oggi troviamo gli italiani, gli europei, gli americani e gli arabi. Secondo Milani, grazie all’aumento della clientela italiana ed europea, alcuni marchi stanno riscontrando risultati superiori ai livelli pre-pandemia.
Shopping di lusso nel Quadrilatero: la scomparsa dei clienti cinesi
La gran parte della clientela di Tod’s, l’azienda specializzata nella produzione di calzature, abbigliamento e accessori di lusso, è sempre stata locale, pertanto, il marchio non ha risentito particolari contraccolpi. I clienti cinesi sembrano essersi volatilizzati, Miani annuncia: “Non li vedremo fino al prossimo anno. Nonostante da metà marzo Pechino ha aperto i visti in uscita, al rientro i cittadini devono fare un mese di quarantena in un hotel e due settimane a casa“.
Se si considera che nel 2021 l’interscambio tra Milano e Russia era pari a 1,5 miliardi di euro, mentre quello tra il capoluogo lombardo e l’Ucraina ne valeva 450, sembrano evidenti l’impatto della guerra in Ucraina e le sanzioni a Mosca sull’economia regionale e cittadina.
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