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Covid-19, il virus sociale che ferma Milano. Confcommercio: “La città è vuota”

Le quarantene spengono il 10% delle vetrine. I lavoratori sono preoccupati: così non conviene

Il Covid ferma gli abitanti e gli affari di Milano

Mai vista una Milano così deserta: gli affari del Gran Caffè Le Tre Marie -viale Piave- non stanno andando a gonfie vele. Giuseppe Gissi, proprietario dello storico locale, afferma: Non so se mi convenga restare aperto o sia meglio chiudere per due settimane. Ho lasciato a casa a rotazione tre dipendenti. Il problema è che, rispetto ai periodi di lockdown, non c’è nemmeno la cassa integrazione: si alterneranno in permesso non retribuito fino a quando non riusciremo a coprire almeno le spese. Solo di energia elettrica prima pagavo 1.700 euro al mese, adesso sono tremila. Sono un vecchio mestierante, faccio questo lavoro da trent’anni, ma davvero non sappiamo come venirne fuori“.

Il virus sociale ferma Milano: strade svuotate e meno passeggeri sui mezzi di trasporto

Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio, definisce il capoluogo come una “Milano vuota con i consumi a picco”. Confrontando i dati attuali con quelli del 14 gennaio 2020 si riscontra il 48% in meno di passeggeri sui mezzi Atm. A svuotarsi anche le strade. Arianna Censi, assessora alla Mobilità, spiega: “Il minor traffico non solo è evidente a tutti, ma è comprovato anche dall’analisi dei flussi. I dati elaborati da Amat ci dicono che a Milano ci si mette il 37% in meno a percorrere lo stesso tragitto in auto rispetto allo stesso giorno di gennaio del 2019”. La causa? “La curva dei contagi di questo periodo: alle persone ammalate si aggiungono le persone in quarantena e tutte quelle in smart working“.

Il virus sociale ferma Milano: neanche i saldi migliorano la situazione

Il segretario di Confcommercio Barbieri precisa: “Milano aveva vissuto un’ottima ripartenza segnata simbolicamente dal Supersalone di settembre: anche per questo, a inizio dicembre avevamo previsto un Natale positivo. Ma tutte le stime sono state riviste al ribasso“. Infatti, dal 7 dicembre la frenata è aumentata di intensità, a causa di contagi e quarantene che “la scorsa settimana hanno portato alla momentanea chiusura di oltre il 10% delle attività”. Nonostante il primo giorno di saldi abbia segnato un +10%, già nel weekend non c’era in giro anima viva.

Il virus sociale ferma Milano: il commento di Pier Galli

Pier Galli, portavoce dell’associazione il Salotto di Milano e titolare del ristorante Galleria con vista Ottagono, afferma: “Siamo quasi al punto più basso che abbiamo vissuto alla vigilia del primo e del secondo lockdown. Milano è stravuota e la Galleria ancora di più“. E conclude: “Quando mancano turisti internazionali e le fiere siamo i primi ad andare in crisi. Siamo andati discretamente bene fino a metà dicembre, poi c’è stata una discesa progressiva e dall’inizio di gennaio la situazione è diventata drammatica. Formalmente siamo aperti, ma non viene nessuno e non sappiamo neppure se rientreremo nei ristori del governo”.

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