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Manifestazione per il 15 maggio a Milano contro il Ddl Zan.
È quanto annuncia la rete Restiamo Liberi, per esprimere il loro dissenso. “In piedi contro la legge liberticida sull’omotransfobia” è lo slogan della manifestazione.
Un settimana dopo la manifestazione per chiedere l’approvazione quanto prima del Ddl Zan, arriva la manifestazione di chi è contro il Ddl Zan. Si tratta della manifestazione indetta dalla rete di associazioni che fanno parte di Restiamo Liberi. “In piedi contro la legge liberticida sull’omotransfobia” è il motto della manifestazione.
L’appuntamento per chi è contrario all’approvazione del Ddl Zan sarà sabato 15 maggio alle ore 15:00 in piazza Duomo, lato Marconi. Tra le associazioni che parteciperanno all’evento anche la Pro vita & Famiglia che in un comunicato ha spiegato così la sua posizione. “Ci uniremo al coro di protesta che si sta alzando dall’Italia contro il bavaglio al libero pensiero e perché i nostri figli non vengano indottrinati alla teoria del gender con la scusa della Giornata contro l’omofobia” ha dichiarato il presidente Toni Brandi.
“Il Ddl Zan è una legge sessista e discriminatoria che intende tacciare come omofobe o transfobiche tutte le voci di dissenso o qualunque affermazione basata sull’orientamento sessuale che si dica ispirata al concetto di famiglia naturale formata da una mamma e un papà” ha aggiunto il vicepresidente Japoco Coghe.
La manifestazione contro il Ddl Zan è un modo per poter esprimere il proprio dissenso.
È questo il messaggio silenziato che mandano dalla rete Restiamo Liberi. “Anche noi abbiamo il diritto di parlare, di pensare e di informare, senza timore” scrive il gruppo, che nel video promozionale della manifestazione si mostra imbavagliato e silenziato, come a voler dire che è la loro opinione a voler essere silenziata. Concetto ripreso anche dall’associazione Family Day che nel comunicato in cui comunicano la loro adesione all’iniziativa, motivano così la loro scelta: “La posto in gioco è altissima, nientemeno che la libertà.
L’iniziativa è necessaria per dare voce e forma ad un dissenso espresso da numerosi ed eterogenei settori della società, dalle femministe ai vescovi italiani, dalle associazioni familiari alle voci più autorevoli della tradizione liberale italiana, nonché da molti personaggi pubblici anche di orientamento omosessuale. È quindi doveroso rispondere ai tentativi di mistificazione che etichettano come omofobe tutte le voci di dissenso verso questo ddl liberticida, inutile e che spacca la politica e la società italiana in un momento storico che richiederebbe la massima coesione.
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