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Covid in Lombardia, la denuncia: “Tamponi persi e personale reimpiegato per i vaccini”

Secondo il racconto di Barbara a Notizie.it, il tampone del padre è stato perso all'Ospedale San Raffaele e l'ATS ha spiegato: "Il personale è stato spostato alle vaccinazioni".

tamponi rapidi farmacia milano
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La Lombardia è entrata in zona gialla ma ogni giorno centinaia di persone si trovano a dover affrontare l’incubo del Covid. Che colpisca sè stessi o un proprio caro affrontare questo virus non è affatto facile. A complicare ancor più la convivenza con la malattia, però, emergono a volte situazioni di difficoltà di gestione da parte di Ats e strutture sanitarie che dovrebbero occuparsi dei tamponi e del tracciamento dei contatti. Abbiamo raccolto la testimonianza di Barbara, che si è trovata a tu per tu con il Covid: contatti con l’esterno pochi o nulli e sempre con tutte le precauzioni del caso. Quando la madre è risultata positiva al tampone rapido per lei e la sua famiglia è iniziato un vero e proprio calvario ed è stata protagonista in prima persona del caos tamponi in corso in questi periodo a Milano e in Lombardia.

Covid Lombardia: “Perso il tampone di mio padre”

Era il 18 gennaio quando mia mamma ha avuto un leggero raffreddore e ha pensato di fare un tampone rapido” così inizia il racconto di Barbara che ci ha spiegato come la sua famiglia, da un giorno all’altro, si è ritrovata in isolamento, in attesa di una chiamata da parte dell’Ats, che però non arrivava mai. La prima a risultare positiva è stata appunto la madre, il padre invece è risultato negativo al tampone rapido. Solo due giorni dopo, però, anche l’uomo, anziano e con patologie pregresse, ha iniziato ad avere febbre alta. “Si è recato al pronto soccorso e gli hanno fatto un tampone rapido. Mentre stava aspettando l’esito, però, è stato richiamato per rifare lo stesso esame: avevano perso il suo campione. Il giorno stesso è stato mandato a casa perché il rapido aveva dato esito negativo, ma il giorno dopo è arrivato il risultato del molecolare: positivo“.

Con entrambi i genitori positivi le aspettative della donna erano quelle di essere chiamata subito in quanto contatto diretto, ma così non è stato. Dopo svariate vicissitudini è riuscita ad ottenere un appuntamento per il tampone il 3 febbraio, due settimane dopo la scoperta della positività della madre: “Io ho un’attività e lavoro da casa quindi l’isolamento non mi ha creato problemi da questo punto di vista, ma penso a chi deve rispondere ad un datore di lavoro ed è costretto ad aspettare una telefonata che non arriva“.

“Personale reimpiegato per i vaccini”

Nel suo racconto, però, la donna ha rivelato anche alcuni dettagli in merito a manovre interne al sistema di gestione dell’emergenza: “La persona dell’Ats con cui ho parlato mi ha detto che molti tamponi prenotati sono stati annullati o spostati. Io stessa dovevo farlo ieri (il primo febbraio, ndr) ma sono slittata al 3. Questo perchè sembra che il personale addetto ai tamponi sia lo stesso che dovrà occuparsi delle vaccinazioni ma se togli da una parte per metterli dall’altra…”.

Io sono solo un caso, ma penso che come noi molte altre persone si sono trovate nella stessa situazione – ha concluso la donna -. Penso che nella prima ondata l’impreparazione si potesse anche giustificare, ma nella seconda ondata no“.

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