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Protesta degli studenti del Parini: “Shopping si e scuola no?”

Gli studenti del Parini di Milano protestano contro la scelta di riaprire i negozi ma non la scuola, dove resta la dad. Così fanno lezione al freddo.

milano protesta studenti
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Lunedì 30 novembre, Milano è in zona arancione e i negozi sono aperti ma non la scuola, così gli studenti del Parini fanno la dad al freddo in segno di protesta. “Perché lo shopping riapre e la scuola no?” è la domanda che gli alunni pongono alle istituzioni che hanno fatto questa scelta.

La Protesta degli studenti del Parini di Milano

Gli studenti del Parini di Milano, insieme ad altri studenti provenienti dalle altre scuole, si sono riuniti la mattina di lunedì 30 novembre in piazza Mirabello in segno di protesta contro la scelta di proseguire con la dad, la didattica a distanza. Gli studenti hanno seguito sui loro portatili le lezioni a distanza ma seduti su panchine, sul prato, su alcune sedie di legno, erano tutti in piazza, distanziati e al freddo. Una protesta educata ed ordinata ma non per questo meno forte e meno diretta, anzi. Il messaggio è forse anche più forte di una protesta rumorosa.”Perché in tutti i mesi in cui il Covid aveva dato una tregua il Governo non ha lavorato per permettere che le scuole e gli studenti fossero in condizioni di sicurezza? Si sceglie sempre la soluzione a breve termine, quando invece bisognerebbe essere lungimiranti“ lamentano gli studenti. “Non chiediamo di entrare subito in classe, perché probabilmente non ci sono i presupposti. Ma chiediamo che sia fatto tutto il possibile perché quando si apra sia definitivo. Ad esempio che si potenzi il sistema di trasporto dei mezzi pubblici.” Spiega uno studente. “La dad toglie il diritto allo studio, perché non sono garantiti a tutti i mezzi per seguire le lezioni a distanza o semplicemente lo spazio adatto per poter studiare. Sono passati tanti mesi è arrivato il momento che le istituzioni lavorino per garantire a tutti il diritto allo studio” spiega invece una studentessa. Con loro anche il Preside, Massimo Barrella, che dice:” Non possiamo sacrificare questa generazione. Auspico un ritorno veloce nelle classi perché avverto un crescente disagio”. Con loro anche Chiara Ponzini del comitato Priorità alla Scuola che dice: “Non può andare in lockdown l’essenziale: alimentari, farmacia e la scuola”.

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