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Piscina critica la pista ciclabile in viale Monza: traffico in aumento

I lavori per la pista ciclabile in viale Monza sono iniziati il 25 agosto, a detta di Samuele Piscina, senza il parere al Municipio.

Ciclabile viale Monza Piscina

Riguardo alla ciclabile in viale Monza che collegherà Sesto San Giovanni con Piazzale Loreto, Samuele Piscina, Presidente del Municipio 2 di Milano, ha espresso aperto dissenso. La prima cosa che ha criticato sono le tempistiche di avviso per l’avvio ai lavori. Infatti il Comune ha chiesto un parere al Municipio il 6 agosto, trovando gran parte dei dipendenti in ferie. “Iniziare poi i lavori il 25 agosto senza attendere il parere richiesto”, ha aggiunto, “è surreale e dimostra tutta la pochezza amministrativa della Giunta Sala“. Da regolamento infatti il parere deve essere espresso entro 30 giorni. Invece, i lavori per la pista ciclabile di viale Monza sono stati avviati in anticipo, senza il via libera del Municipio.

Piscina critica la ciclabile in viale Monza

In barba ai regolamenti e al buon senso“, ha dichiarato Piscina, “la ciclabile in viale Monza, che nessuno vuole, è in fase di realizzazione con problemi già evidenti“. Ciò che il Presidente del Municipio 2 critica sono le migliaia di posti auto che verrebbero a mancare. Inoltre suscita preoccupazione il traffico inevitabile e i sensi unici invertitidecisi a tavolino“. A ciò si aggiungono, secondo il parere di Piscina, “percorsi e fermate ATM modificati in senso peggiorativo“. I problemi viabilistici si sono presentati già dalla prima mattina di lavori. Nel tratto interessato tra via Della Torre e via Petrocchi il traffico è aumentato visibilmente. Questo potrebbe risultare ancora più problematico a inizio settembre, nelle ore di punta. I problemi poi, potrebbero emergere ancora di più a dicembre, quando, a causa del freddo, “nessuno userà più la bicicletta“.

Il presidente leghista ritiene infine che la pista ciclabile in viale Monza sia “l’ennesimo progetto calato dall’alto da Palazzo Marino senza conoscere il territorio e senza minimamente interessarsi del parere di chi in quei quartieri ci risiede o ci lavora“.

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