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Protesta degli ambulanti a Milano: “Se non muoio di Covid ci pensa il Governo”

Quasi 200 ambulanti di Milano sono scesi in protesta alle porte di Palazzo Marino chiedendo rispetto e di poter tornare a lavorare.

Lunedì 18 maggio, mentre la città di Milano riparte quasi a pieno, gli ambulanti si riuniscono in protesta in Piazza della Scala, ai piedi di Palazzo Marino. Tra cartelli e cori i 200 proprietari di bancarelle chiedono l’aiuto delle amministrazioni locali e nazionali per poter riprendere anche loro il proprio lavoro.

La protesta degli ambulanti a Milano

Hanno cantato l’inno d’Italia – non sempre mantenendo le distanze di sicurezza– esposto numerosi cartelli e tricolori. “Se non muoio di Covid ci penserà il Governo” si legge da un lato, “Rispetto per noi ambulanti” dall’altro. La richiesta è semplice e precisa: poter tornare a fare il proprio lavoro per guadagnarsi da vivere. Mentre alcuni mercati hanno riaperto in città, 26 per la precisione – ma solo con bancarelle alimentari – e i ristoranti riaprono le porte, gli ambulanti non possono ricominciare con le loro attività.

Siamo lavoratori invisibilispiega Nicola Zarelli, il presidente di Eurocommercio -. Da due mesi e mezzo il governo non ci menziona nei decreti legge che ha preparato. Toglie la Cosap a ristoratori e bar, giustamente, ma non a noi ambulanti. Siamo fermi da due mesi e mezzo e dobbiamo comunque pagare. A Milano sono ripartiti solo pochi mercati e solo con le bancarelle di alimentari, gli altri fanno la fame. Chiediamo che possano ripartire tutti i mercati cittadini con tutte le bancarelle. Per noi che siamo all’aria aperta ci sono troppe limitazioni“. Proprio nelle stesse ore della protesta il Sindaco Beppe Sala ha annunciato che la ripartenza dei mercati in toto non sarà per niente semplice.

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